tag:blogger.com,1999:blog-91740184384306559232024-03-08T10:37:54.068+01:00Science BackstageGianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.comBlogger232125tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-4222130145660016892022-10-04T22:57:00.002+02:002022-10-04T22:59:19.792+02:00Premio Nobel 2022 per la Fisica: l'entanglement<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhPz9tAE7IGFjCJliszIhtGx9Iu6FaoY0YIfvm_-fSQEWaT4-RmOO-h68WJwjC47GnWDLDZ144e0aYdJI4_dZojJZm34ZupwfwtHaaBj3XuriVIZ6XzDZnFd09RjyWANSzDTq1qFBdOXt4/s500/20180512-alain_aspect.jpg" data-original-width="500" data-original-height="300" /></div>
Il <a href="https://www.nobelprize.org/prizes/physics/2022/summary/" target="nobel">premio Nobel per la Fisica 2022</a> è stato assegnato a <strong>Alain Aspect</strong>, <strong>John Clauser</strong> e <strong>Anton Zeilinger</strong> per le loro ricerche sull'<em>entanglement</em>, un effetto quantistico piuttosto particolare e, apparentemente, in grado di violare il principio di causalità della relatività di <strong>Albert Einstein</strong>. Per capirci qualcosa di più vi estraggo il testo dell'articolo <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2018/05/una-storia-di-paradossi-disuguaglianze.html" target="dropsea"><em>Una storia di paradossi, disuguaglianze e baffi</em></a>, dove i baffi sono un riferimento ai baffi di Aspect:<a name='more'></a>
<blockquote>L'<em>entanglement</em>, o intreccio, intricazione, può essere così definito: secondo la meccanica quantistica è possibile realizzare uno stato costituito da due particelle caratterizzato da determinati valori globali delle osservabili fisiche (in particolare lo <em>spin</em>). Questo implica che se misuriamo lo <em>spin</em> di una delle due particelle, allora automaticamente conosciamo lo <em>spin</em> dell'altra, questo per via della conservazione dello <em>spin</em> del sistema. E questo fatto risulta vero indipendentemente dalla distanza tra le due particelle, che allora si dicono formare un <em>entanglement</em>.<br/>
Tale effetto era particolarmente indigesto per Einstein, perché implicava una violazione dell'insuperabilità della velocità della luce e del principio di causalità. Einstein, però, pensava alle due particelle <em>entagled</em> come a due entità distinte e separate, ma nel momento in cui le due diventano un unico sistema, esse non possono più essere descritte con due distinte funzioni d'onda, ma devono necessariamente essere descritte come un unico oggetto quantistico.<br/>
Ad ogni buon conto la disuguaglianza di Bell forniva un ottimo modo per testare al meglio le variabili nascoste: o esse sono vere e non è possibile l'esistenza di particelle intimamente legate una all'altra, o sono false e l'<em>entanglement</em> è un effetto reale.<br/>
Così nel 1969 <strong>John Clauser</strong>, <strong>Michael Horne</strong>, <strong>Abner Shimony</strong>, <strong>Richard Holt</strong> proposero il primo esperimento per testare la verità o la falsità della disuguaglianza di Bell, che poi fu lo stesso Clauser a condurre insieme con <strong>Stuart Freedman</strong> nel 1972. Per quanto non conclusivo, il risultato fu a favore della meccanica quantistica.<br/>
Il passo successivo venne compiuto nel 1982 da <strong>Alain Aspect</strong>, <strong>Philippe Grangier</strong>, <strong>Gérard Roger</strong>: è con questi esperimenti che si può iniziare a parlare più propriamente di <em>entanglement</em>.</blockquote>
E Zeilinger? Su di lui non ho mai scritto niente, quindi dovete accontentarvi e, magari, aspettare in un futuro più o meno lontano che colmi la lacuna. Per intanto beccatevi anche il video che ho dedicato giusto ieri proprio all'<em>entanglement</em> (mentre il tizio in apertura di <em>post</em> è Aspect):
<div align="center" style="padding-top: 5px;"><iframe width="500" height="288" src="https://www.youtube.com/embed/RxVJC7NugWs" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe></div>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-5139473703235034422022-06-05T11:06:00.000+02:002022-06-05T11:06:51.469+02:00Calendario 2022: le fasi di giugnoHo saltato le fasi di maggio. Quando me ne sono ricordato era ormai troppo tardi per dare seguito alla loro pubblicazione. Visto che per giugno sono ancora in tempo (a proposito: non dimenticate <a href="https://edu.inaf.it/rubriche/il-cielo-del-mese/giugno-margherita-hack/" target="eduinaf">il cielo del mese su EduINAF</a>, dedicato a <strong>Margherita Hack</strong>, e che questo mese ho redatto io), poiché la prima fase importante del mese arriverà solo tra un paio di giorni, ecco che riprendo con la consueta pubblicazione delle fasi lunari. Inoltre ho anche il piacere di comunicarvi che ho concluso il calendario 2022, che vede pure l'aggiunta del mese di gennaio 2023. Il motivo, in effetti, è anche perché avendo scelto di pubblicare le strisce delle fasi con quattro lune, ed essendoci mesi con cinque fasi, mi sono ritrovato con due fasi di dicembre che sono sbordate nella pagina successiva. Il calendario lo trovate, come sempre, <a href="https://github.com/ulaulaman/tikzdraw/blob/master/calendar/calendar2022.pdf" target="pdf">su guthub</a>. Non è detto che prossimamente non aggiunga una qualche illustrazione lunare per riempire l'ultima pagina, se non addirittura una copertina per il calendario stesso. Lo so che in questo modo sto allungando un po' i tempi, ma vediamola così: è tutto lavoro risparmiato ed esperienza accumulata per il calendario del prossimo anno!
<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/0jnRFcdv/fasi-lunari-giugno2022.jpg' border='0' alt='fasi-lunari-giugno2022'/></div>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-44337112429961958102022-04-01T15:00:00.001+02:002022-04-01T15:00:00.177+02:00Calendario 2022: le fasi di aprile<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/Tw3fY5FR/20220401-fasi-lunari-aprile.jpg' border='0' alt='20220401-fasi-lunari-aprile'/></div>
Per il mese di aprile il <a href="https://edu.inaf.it/rubriche/il-cielo-del-mese/aprile-2022-luce-congiunzioni/" target="eduinaf">cielo su EduINAF</a> è stato redatto da <strong>Paolo Palma</strong>, ma come già per gli altri tre cieli di quest'anno, ancora una volta l'immagine relativa alle fasi lunari è una mia produzione. Come potrete notare, questo mese le fasi sono cinque, ma nel <a href="https://github.com/ulaulaman/tikzdraw/blob/master/calendar/calendar2022.pdf" target="github">calendario 2022</a>, in inglese, ho mantenuto il raggruppamento a 4. Al momento, però, l'aggiunta delle fasi è interrotta a giugno, ma spero di aggiornare il calendario quanto prima!<br/>
Per ora, come al solito, vi do appuntamento al prossimo mese, non prima di avervi ri-<em>spammato</em> il mio video dedicato all'Orsa Maggiore:<a name='more'></a>
<div align="center" style="padding-top: 5px;"><iframe width="500" height="288" src="https://www.youtube.com/embed/YREBSXtFlAk" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe></div>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-69595498831299368762022-03-01T15:42:00.000+01:002022-03-01T15:42:01.567+01:00Calendario 2022: le fasi di marzo<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/SRvZF96n/fasi-lunari-marzo2022.jpg' border='0' alt='fasi-lunari-marzo2022'/></div>
Nuovo mese, nuove fasi lunari, questa volta quelle di marzo 2022. E come per gennaio, <a href="https://edu.inaf.it/rubriche/il-cielo-del-mese/marzo-equinozio-di-primavera/" target="eduinaf" class="eduinaf">anche a marzo il cielo del mese su EduINAF</a> porta la mia firma. Ed è proprio con la necessità di dover realizzare il cielo del mese di gennaio che ho iniziato in questo 2022 a produrre le fasi lunari di ciascun mese, cui ho abbinato anche il <a href="https://github.com/ulaulaman/tikzdraw/blob/master/calendar/calendar2022.pdf" target="github">calendario 2022</a>, in inglese. La sua struttura è in continuo divenire e al momento in cui scrivo queste righe le fasi lunari arrivano fino a giugno. Spero di riuscire ad accellerare nell'aggiunta delle fasi al calendario così da chiudere tutta la faccenda prima di giugno stesso. C'è da dire che sarà tutto lavoro guadagnato per il prossimo anno!<br/>
Detto ciò, non mi resta che darvi appuntamento al prossimo mese con le fasi di aprile, che saranno ben cinque!Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-53098782049185127862022-02-19T14:54:00.000+01:002022-02-19T14:54:25.599+01:00Veli di cristallo<em>Avrei dovuto pubblicare il testo che segue e il video l'11 febbraio, Giornata INternazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, ma la cosa mi è un po' sfuggita e così colgo l'occasione dell'uscita della mia <a href="https://edu.inaf.it/rubriche/astrografiche/donne-astronomia-2022/" target="eduinaf" class="eduinaf">infografica dedicata a quattro astronome</a> per recuperare questo breve post:</em>
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Il progetto <em>Veli di cristallo. Donne e Islam nell'Italia della ricerca scientifica</em> si propone di indagare il rapporto <strong>donne e scienza</strong> tramite storie di ricercatrici di religione musulmana, che lavorano in Italia.<br/>
Una donna musulmana, che voglia dedicarsi alla ricerca scientifica nel nostro paese, si trova potenzialmente a far fronte a una <strong>doppia discriminazione</strong>: da una parte quelle a sfondo sessista, che tengono le donne lontane da posizioni di prestigio (il cosiddetto <strong>soffitto di cristallo</strong>, cui il titolo allude) e che sono ben presenti negli ambienti accademici; dall'altra le discriminazioni razziste, radicate e diffuse in tutti i paesi europei, che si accentuano particolarmente nei confronti delle persone di religione musulmana e ancora di più verso le donne.<br/>
Le donne di origine islamica ricevono l'attenzione dei media quasi esclusivamente in relazione a fatti di cronaca nera, come violenze domestiche, omicidi e gravi vessazioni. L'immagine della <strong>donna velata</strong> è inoltre spesso associata al pericolo del terrorismo islamico e ai problemi legati alle ondate migratorie: la minaccia, per esempio negli articoli di giornale, è così simboleggiata proprio da un volto femminile coperto.<br/>
<strong>L'idea di intervistare ricercatrici di religione musulmana è dunque nata nella speranza di restituire uno spaccato sulla ricerca femminile nel nostro paese</strong>, che possa inserirsi sia nel tanto attuale dibattito <strong>sulle discriminazioni di genere</strong> all'interno delle università italiane, sia in quello, altrettanto attuale, <strong>sull'impatto dell'<em>islamofobia</em></strong> sui soggetti di sesso femminile. Non sarà per altro di nostro interesse intervistare solo donne di provenienza islamica, ma anche donne italiane convertite all'Islam, per le quali si ipotizza valgano le stesse discriminazioni.
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(continua su <a href="https://velidicristallo.org/2018/01/27/il-progetto/" target="veli">velidicristallo.org</a> | qui sotto il video con le interviste)
<div align="center"><iframe src="https://player.vimeo.com/video/267987491?h=f8f99366b0" width="500" height="300" frameborder="0" allow="autoplay; fullscreen; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe>
<p><a href="https://vimeo.com/267987491">Veli di cristallo. Donne e Islam nell'Italia della ricerca scientifica</a> from <a href="https://vimeo.com/user84662766">Veli di Cristallo</a> on <a href="https://vimeo.com">Vimeo</a>.</p></div>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-57845257410036826042022-02-01T22:56:00.002+01:002022-02-01T22:56:59.163+01:00Calendario 2022: le fasi di febbraio<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/kM6DSNvw/fasi-lunari-febbraio2022.jpg' border='0' alt='fasi-lunari-febbraio2022'/></div>
Dopo le <a href="https://sciencebackstage.blogspot.com/2022/01/calendario-2022-fasi-lunari-gennaio.html" target="sciback">fasi di gennaio</a>, eccovi anche le fasi di febbraio, estratte dal nuovo <a href="https://edu.inaf.it/rubriche/il-cielo-del-mese/febbraio-2022-orione-donne-scienza/" target="eduinaf">cielo del mese su EduINAF</a>, scritto per l'occasione dall'amico <strong>Stefano Cidone</strong>. Nel frattempo anche il calendario 2022 procede: scritto in inglese, <a href="https://github.com/ulaulaman/tikzdraw/blob/master/calendar/calendar2022.pdf" target="github">lo trovate in formato pdf su github</a> e ho aggiunto le fasi di marzo e aprile completando così la prima delle tre pagine. A livello di giorni, infatti, i mesi sono già tutti pronti e restano da aggiungere solo le fasi lunari.<br/>
Detto ciò, appuntamento al mese prossimo con le fasi di marzo!Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-15290585964083342562022-01-01T10:30:00.004+01:002022-01-01T10:30:00.167+01:00Calendario 2022: le fasi lunari di gennaioIl calendario dell'anno mancava da un po' di tempo. Quest'anno sono riuscito a realizzare un calendario quasi da zero dedicato al 2022 (è ispirato da <a href="https://texample.net/tikz/examples/foldable-dodecahedron-with-calendar/" target="tex">questo calendario dodecaedrico</a>, da cui ho preso le librerie necessarie per la sua realizzazione). L'idea mi è venuta scrivendo il <a href="https://edu.inaf.it/rubriche/il-cielo-del-mese/gennaio-sole-altre-stelle/" target="eduinaf">cielo del mese di gennaio</a>, che dopo tanto tempo sono tornato a redarre personalmente. Sono stato indeciso fino all'ultimo se realizzare anche un video di abbinamento, ma per ora non ho fatto nulla in tal senso.<br/>
Il calendario <a href="https://github.com/ulaulaman/tikzdraw/blob/master/calendar/calendar2022.pdf" target="github">lo trovate in formato pdf su github</a>. E' in inglese e presenta le fasi lunari, per ora solo quelle di gennaio e febbraio, ma conto di aggiungere nelle prossime settimane le altre fasi lunari mancanti, spero entro la fine di gennaio.<br/>
Intanto qui sotto eccovi le quattro fasi lunari principali per il mese di gennaio 2022. E ovviamente: Buon Anno!
<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/zvy6w2S0/20220101-gennaio-fasi-lunari.png' border='0' alt='20220101-gennaio-fasi-lunari'/></div>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-21898163456408083932021-11-16T11:13:00.000+01:002021-11-16T11:13:43.053+01:00Attacco alla Ricerca Pubblica nella legge di bilancio<div align="center" class="pic"><img src='https://i.postimg.cc/2SgNBTqF/20211116-citizen-science.jpg' border='0' alt='20211116-citizen-science'/></div>
Non aggiorno <em>SciBack</em> da tempo immemore. Visto che mi è giunto nella casella di posta del lavoro il seguente comunicato stampa, ho pensato bene di proporvelo, un po' come succedeva ai bei tempi nell'incarnazione originale di questo <em>blog</em> o su quello dei <em>Precari Invisibili della Ricerca - Unical</em>:
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La solita politica baronale tenta di cambiare, attraverso due articoli della legge di bilancio, l’ordinamento dei ricercatori/tecnologi degli enti pubblici di ricerca con due spiccioli e un modello vecchio mutuato dai ministeri della Gelmini e Giannini. Tra l’altro escludendo il sindacato da ogni discussione.<br/>
<strong>Ma USB non rinuncia alla rappresentanza dei lavoratori della ricerca e risponde con la mobilitazione!</strong><br/>
Se l'obiettivo è, come dichiarato dal Ministro in audizione, rendere la ricerca attraente per le giovani generazioni, si deve fare abolendo la precarietà, rendendo i salari certi per tutti. Ci vogliono quindi investimenti diretti verso tutti gli enti, inclusi quelli non-MUR (ISS, ISPRA, ENEA, CREA), ad ora esclusi dai finanziamenti.<br/>
USB si oppone a questa miope e retriva visione del Ministro Messa e chiede, invece, un intervento reale di rilancio con investimenti nel triennio di circa 236 milioni di euro (oltre alla conclusione delle stabilizzazioni già previste nella legge di bilancio).<br/>
Inoltre, USB rigetta l’ennesimo riordino del CNR che provoca spese non necessarie, mentre gli investimenti di 90 milioni sono il minimo che il governo possa fare dopo anni di tagli.<br/>
USB sta inviando alle sette commissioni interessate le proposte emendative per ricondurre la norma al reale dichiarato obiettivo, ossia <strong>proporre salari europei per la ricerca pubblica italiana</strong>.<br/>
La mobilitazione negli enti di ricerca inizia domani [oggi, per chi legge] <strong>16 Novembre alle ore 15:00 con l'assemblea nazionale della ricerca pubblica</strong> via web, e proseguirà con il <strong><em>sit-in</em> a Piazza Santi Apostoli, il 19 Novembre alle 10:00</strong>.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-86173001435908762912019-12-23T18:48:00.000+01:002019-12-23T18:48:30.056+01:00Equivalenza massa-energiaAvendo completamente dimenticato anche il mese di dicembre, ho deciso di slittare l'immagine relativa al mese alla settimana natalizia. Sempre dalla mostra <a href="https://edu.inaf.it/index.php/da-zero-a-infinito/" target="eduinaf"><em>Da zero a infinito</em></a>, arriva l'equivalenza massa-energia insieme con una splendida immagine della <em>Nebulosa Cono</em> (e per puro spirito di completezza, <a href="https://drive.google.com/open?id=1noo24llrb77FhlHDLdwjIirQHSZAisf4" target="pdf">eccovi il calendario di dicembre</a>):
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<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAggEqbQMRDHbvlSiV1YhLcIL9OfuO8sS2DbyrPMThX6l_X5DfNwn1JbvDGJTD0oCBIIVcNDZJKMI1EC7LAxS3PukG5qNo9QhZPSUQJ5rCtxIDOFI19dQ6_jl_F1XOH1_HRLPyTavm9Dc/s500/20191223-equivalenza_massa_energia.jpg" data-original-width="500" data-original-height="330" /></div>
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<blockquote>La nebulosa catturata dal Wfi (Wide field imager) all'osservatorio di La Silla, in Cile, si chiama NGC 2264. Sono molto più poetici e immaginifici i nomignoli dati ad alcune parti di essa: per esempio verso sinistra si vede chiaramente la nebulosa Cono, una zona d'ombra scura dove densi strati di polvere assorbono la luce delle stelle giovani. Ma ancora più evocativo è il nome della nebulosa che occupa la parte centrale dell'immagine: la nebulosa Albero di Natale. L'albero in realtà si vede bene ruotando l'immagine di 90°: un bel pino con tanti rami pieno di palline colorate. L'immagine è stata ottenuta sommando quattro filtri diversi: blu, verde, rosso e la banda dell'emissione di una riga molto importante dell'idrogeno nota come Hα.
\[E = mc^2\]</blockquote>
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<div align="center"><iframe width="500" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/BPCbIixRUyE" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe></div>
<br/>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-53712959999809445342019-12-14T14:04:00.000+01:002019-12-14T14:04:00.314+01:00Plutone e CaronteIn questo periodo, su Edu INAF, è in corso di pubblicazione un <a href="http://edu.inaf.it/index.php/calendario-avvento-astronomico/" target="eduinaf">calendario dell'avvento astronomico</a>. Oggi è uscita la <a href="http://edu.inaf.it/index.php/astroschede/plutone-caronte/" target="eduinaf">scheda dedicata a Pultone e Caronte</a>, che però è arrivata un po' in ritardo, così avevo preparato una scheda di <em>backup</em> nel caso non fosse proprio arrivata. Visto che, dopo il lavoro fatto, non mi andava di vederla sparire completamente, la pubblico qui su <em>SciBack</em>:
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnvIbrWoYoY7oy8gX-d_IpP-gGvQpbm8rIRFxKjX3xLF9AurzRdJanPlsFHoD24uIEa769rAdgk1y6AHo3ogqeRFnOh-GmOCLWO9Sfn6e1gywXA_fpKqqcLBb3nHvWG2Wy_fnret-vdwE/s1600/20191214-plutone_caronte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnvIbrWoYoY7oy8gX-d_IpP-gGvQpbm8rIRFxKjX3xLF9AurzRdJanPlsFHoD24uIEa769rAdgk1y6AHo3ogqeRFnOh-GmOCLWO9Sfn6e1gywXA_fpKqqcLBb3nHvWG2Wy_fnret-vdwE/s500/20191214-plutone_caronte.jpg" data-original-width="500" data-original-height="354" /></a></div>
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Plutone è un corpo celeste transnettuniano appartenente alla fascia di Kuiper, sebbene per una piccola percentuale del suo moto intorno al Sole si ritrova tra Nettuno e il Sole stesso. Per diverso tempo venne considerato come il nono pianeta del Sistema Solare, ma quando sul finire degli anni Novanta del XX secolo si scoprì che non era l'oggetto più grande della fascia di Kuiper, molti astronomi iniziarono a chiederne l'esclusione dalla lista dei pianeti. La discussione proseguì fino al 2006 quando, a seguito della nuova definizione di pianeta fornita dall'Unione Astronomica Internazionale, Plutone venne classificato come pianeta nano. D'altra parte le sue dimensioni sono inferiori persino della Luna, il nostro satellite.<br/>
Il nome del pianeta, invece, viene dal dio degli inferi, mentre il suo satellite più grande e più noto, Caronte, prende il nome dal traghettatore che accompagnava le anime dei defunti attraverso il fiume Stige, fino al regno degli inferi.
La storia della sua scoperta è particolarmente interessante e lega il suo destino anche a un famoso scrittore <em>horror</em>. Il 16 luglio del 1906, infatti, venne pubblicata sulla rivista <em>Scientific American</em> una lettera in cui il suo firmatario giungeva alla conclusione dell'esistenza di un pianeta trans-nettuniano. Tale conclusione era suffragata dall'osservazione di un certo numero di comete che forse aveva egli stesso osservato presso il <em>Ladd Observatory</em>. Il firmatario era <strong>Howard Phillips Lovecraft</strong>.<a name='more'></a>
<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjhzMNkyR56a7le5Tm3-nqjTDGNdXwzAvBaCi2xRKIHTso9giqqLMVHKg_wzFTILTwnNJlbZ1yOt02mzOr6awmsk1iW7-jR9CpVN386DwzCtLog3AHTIkEl4Tk8tHQCE4c8QUOeZS4aJBY/s500/20160324-cthulhu_regio.jpg" data-original-width="600" data-original-height="210" /></div>
Ovviamente quella di Lovecraft non poteva essere considerata come una vera scoperta, ma un'indicazione della zona di cielo in cui osservare, e qui entra in scena l'astronomo <strong>Percival Lowell</strong>, che probabilmente era all'origine della passione di Lovecraft per l'astronomia: per anni lo scienziato, più famoso per il suo appoggio alla teoria dell'esistenza dei marziani, cercò questo fantomatico pianeta transnettuniano, senza trovarlo.<br/>
Tale onore toccò a <strong>Clyde Tombaugh</strong>, che nel gennaio del 1929 venne assunto come astronomo presso l'osservatorio intitolato proprio a Lowell dal fratello di quest'ultimo, Lawrence. La scoperta di Plutone venne fatta dopo appena un anno di lavoro, il 18 febbraio del 1930.<br/>
Plutone ha una massa di 12,9 miliardi di miliardi di tonnellate, pari a circa due millesimi di quella terrestre. La sua densità media è 2,05. Il diametro è poco più di 2375 km. La superficie è composta per oltre il 98% di ghiaccio d'azoto, monossido di carbonio e tracce di metano. Questa composizione è stata confermata nel luglio del 2015 quando la sonda <em>New Horizons</em> della NASA ha compiuto un passaggio ravvicinato al corpo celeste.<br/>
Il principale satellite di Plutone, Caronte, è stato scoperto nel 1978 da <strong>Jim Christy</strong>. Risulta geosincrono rispetto al pianeta, cioé la sua rotazione e la sua rivoluzione hanno la stessa durata della rotazione di Plutone, all'incirca 6,39 giorni. Di conseguenza, Caronte è sempre visibile solo in una determinata area del pianeta, senza sorgere e tramontare mai, e gli rivolge sempre la stessa faccia.<br/>
La massa di Caronte è circa un tredicesimo di quella di Plutone. Il satellite ha un diametro di circa 1.270 Km e ruota attorno a Plutone ad una distanza di soli 19.640 km: sarebbe quindi più giustificato parlare di un sistema binario più che di un pianeta nano e un satellite. A differenza di Plutone, la sua superficie sembra essere dominata da ghiaccio d'acqua.<br/>
Le foto oggi a nostra disposizione dei due corpi celesti sono arrivate grazie alla già citata <em>New Horizons</em>, il primo satellite umano che si è spinto così in là nel Sistema Solare con l'obiettivo di raccogliere dati per comprendere meglio le sue struttura e formazione.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-45690322276279189902019-11-13T09:52:00.000+01:002019-11-13T10:29:22.716+01:00La formula di DrakeVisto che il calendario l'ho pubblicato sul <a href="http://sciencebackstage.blogspot.com/2019/11/novembre-con-il-transito-di-mercurio.html" target="sciback"><em>post</em> dedicato al transito di Mercurio</a>, l'articoletto mensile dedicato a una delle immagini della mostra <a href="http://edu.inaf.it/index.php/da-zero-a-infinito/" target="eduinaf"><em>Da zero a infinito</em></a>. Per novembre l'onore va alla <a href="https://edu.inaf.it/index.php/immagine_infinito/formula-di-drake/" target="eduinaf">formula di Drake</a>:
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<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhI9BTa2E-L09M91x0brAvGo4qBkt_ghy1IVWP6e0nBKThKMa9OI0o20HNp9CyIybP5VmeK6TLilD1Bfq87XNO72i692s0LmSsZ6NvnR72ruO445kn6WEL3LLIl4cma_72Rm04Myiok6Fg/s500/20191113-anitra_selvatica-formula_drake.jpg" data-original-width="500" data-original-height="330" /></div>
<hr/><a name='more'></a>
<blockquote>Questa bellissima fotografia dell'ammasso dell'Anitra selvatica, noto come Messier 11 o NGC 6705, è stata ottenuta con il Wfi (Wide Field Imager) montato sul telescopio da 2,2 m dell'Mpg/Eso all'osservatorio dell'Eso a La Silla in Cile. Il soprannome evocativo di Messier 11 nasce nel diciannovesimo secolo. Guardando l'ammasso con un piccolo telescopio si notava che le stelle più brillanti formavano un triangolo aperto in cielo, proprio come una formazione di anatre in volo. Il nome di Messier 11 invece viene dalla lista di Charles Messier del 1764: Messier era un cacciatore di comete e realizzò il catalogo perché era frustrato dall’osservare continuamente oggetti diffusi, ma fissi, che sembravano comete (per esempio, oggetti che ora sappiamo essere ammassi, galassie e nebulose). Egli volle avere un registro di questi oggetti per evitare di osservarli per sbaglio e confonderli con possibili nuove comete. Messier 11 è un ammasso aperto, a circa 6000 anni luce dalla Terra nella costellazione dello Scudo. Le stelle blu al centro dell'immagine sono le stelle giovani e calde che formano l'ammasso. Le stelle rosse che le circondano sono stelle più vecchie e fredde sullo sfondo.
\[N = R^* \cdot f_p \cdot n_e \cdot f_l \cdot f_i \cdot f_c \cdot \Delta t\]</blockquote>
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<div align="center"><iframe width="500" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Ef4lCyEUJa4" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe></div>
<hr/>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-738795112313043372019-11-11T12:03:00.001+01:002019-11-11T12:03:51.233+01:00Novembre con il transito di Mercurio<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR_bJnHWZJAyqP8aH_AZU_wcTlFmt64tQZ8TCPyp9fe0xnbpszmFecfNcaemrJYU0gnPXwJ9BVNClTms9MKreOJ48pBTT3nxl3zC4CjUq-WTXBmS9b0Z9eGxPqZlXzFtgM8M6i47V8OA8/s500/20191111-mercury_transit_2016.jpg" data-original-width="500" data-original-height="281" /></div>
Puntualmente mi sono dimenticato di programmare l'uscita del <em>post</em> abbinato al calendario di novembre, così recupero oggi, giorno del transito di Mercurio tra Sole e Terra, il <a href="https://drive.google.com/file/d/13G3_H38JXL4FtEJb_t3xt9OAewkztBmq/view?usp=sharing" target="pdf">pdf</a>. Questo evento particolare avviene 13 volte in un secolo: il precedente era occorso il 9 maggio del 2016, mentre il prossimo avverrà il 13 novembre del 2032. L'immagine di apertura, invece, è una composizione delle posizioni di Mercurio davanti al Sole <a href="https://svs.gsfc.nasa.gov/12235" target="nasa">realizzata dalla NASA</a> in occasione del transito del 2016. Nel seguito, infine, un video uscito ieri notte in cui <strong>Angelo Adamo</strong> spiega il transito di Mercurio e poi dedica al pianeta una sua originale composizione con l'armonica. Nel video Angelo cita un suo fumetto sul transito del 2016: <a href="https://squidzoup.com/2016/05/03/sic-transit-imago-mercuri/" target="angelo">lo potete trovare sul suo blog</a>. Sempre in occasione di quel transito, Angelo ha realizzato una simpatica animazione, che all'epoca <a href="https://www.lospaziobianco.it/alcaffedelcappellaiomatto/mercurio-ninja/" target="cappellaio">avevo condiviso sul <em>Caffè del Cappellaio Matto</em></a>. Ora smetto di scrivere e lascio parole e musica all'amico astronomo:<a name='more'></a>
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<div align="center"><iframe width="500" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/1euzWf0rJc8" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe></div>
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Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-10918336974519338742019-10-31T17:00:00.000+01:002019-10-31T17:00:18.317+01:00Limite di EddingtonQuest'oggi, invece, ecco la foto astronomica abbinata al <a href="https://edu.inaf.it/index.php/immagine_infinito/limite-di-eddington/" target="eduinaf">limite di Eddington</a>, grandezza fisica molto importante in astronomia. L'immagine, come le altre, appartenente alla mostra <a href="http://edu.inaf.it/index.php/da-zero-a-infinito/" target="eduinaf"><em>Da zero a infinito</em></a> e, anche se ormai siamo arrivati alla fine del mese, ha anche il suo bel calendario abbinato (<a href="https://drive.google.com/file/d/1DMg155eJ5uZJncGotXT7sLbndiclNP4H/view?usp=sharing" target="pdf">pdf</a>). Ora non resta che sperare nell'arrivo puntuale degli ultimi due mesi del calendario!
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<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiHxDLBSe6Gu5N8g2S2rAx2GmO19T4Mrhgl89wbjwK5LyWCKW5WY6cMcOp_xOO8bBazYJfu7nV4WXdAyRJZOX3nLhK7mix0VmLiY5YmB5VGpK1GFsH_NWPOZMMXdDg5bHEuQmwHHmA8cQ/s500/20191030-am0644-741.jpg" data-original-width="500" data-original-height="330" /></div>
<hr/><a name='more'></a>
<blockquote>Una galassia ad anello fa bella mostra di sé in questa immagine. La forma caratteristica di AM 0644-741, chiamata anche anello di Lindsay-Shapley, dipende da uno scontro cosmico: una galassia si è lanciata a capofitto proprio nel cuore di una sua compagna. Come un sasso lanciato nell’acqua produce una serie di anelli che si allargano sulla superficie liquida, così l’onda d’urto prodotta dallo scontro si allarga nello spazio intorno alla galassia. L'energia rilasciata e la compressione della materia galattica dovuta all’onda d’urto fanno sì che si producano nuove stelle, ma anche sistemi binari che contengono oggetti compatti – buchi neri o stelle di neutroni – che emettono copiosamente nella banda X. L'immagine di fondo che mostra le galassie è stata ottenuta dal telescopio spaziale Hubble della Nasa/Esa, mentre l'immagine nella banda X (in viola) è stata catturata in dieci ore di osservazione dal telescopio per raggi X Chandra della Nasa.
\[L_{\text{EDD}} = \frac{4 \pi G M m_p c}{\sigma_T}\]
</blockquote>
<div align="center"><iframe width="500" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/ymnzmdOWAnU" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe></div>
<hr/>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-52395952886575235972019-10-30T17:00:00.000+01:002019-10-30T17:00:02.077+01:00Raggio di SchwarzschildAlla fine quanto avevo promesso non sono riuscito a mantenerlo, però ci tengo a recuperare in ogni caso le immagini dei mesi di settembre e ottobre. Quest'oggi si va con l'immagine astronomica relativa al <a href="https://edu.inaf.it/index.php/immagine_infinito/raggio-di-schwarzschild/" target="eduinaf">raggio di Schwarzschild</a> (leggete anche le puntate di <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2019/04/le-grandi-domande-della-vita-il-buco.html" target="dropsea">aprile</a> e <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2019/06/segreti-infografica-fatti-misfatti-buco-nero.html" target="dropsea">giugno</a> de <em>Le grandi domande della vita</em>), sempre tratta dalla mostra <a href="http://edu.inaf.it/index.php/da-zero-a-infinito/" target="eduinaf"><em>Da zero a infinito</em></a>. Ovviamente è anche disponibile, pur se in ritardo, il calendario di settembre (<a href="https://drive.google.com/file/d/16pGBN9ZK81Ro4qdDp0vZ-8Gp8IucgBBq/view?usp=sharing" target="pdf">pdf</a>).
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<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3DLFwBhWqklOHK6MQacGWHTz_LwwwItJv7Mp7PQl4l8xupfWFI8VJYGYriRh4MeMZmo6haBp5e6NormNwNfPVFw22FSuw-6IIJ5d_TjP2vSsekiSS6k7lIJTQfORcN6-uTEzDt3Y0Hek/s500/20191030-centro_via_lattea.jpg" data-original-width="500" data-original-height="330" /></div>
<hr/><a name='more'></a>
<blockquote>Il centro della nostra Galassia, la Via Lattea, nella banda radio. L’immagine, ricca di particolari come mai prima d’ora, è stata ottenuta con il radiotelescopio MeerKAT, una schiera di 64 antenne costruite in Sudafrica e inaugurata dal presidente Mabuza il 13 luglio 2018. Il grande numero di antenne permette di avere una veduta più nitida del centro galattico, intorno al buco nero supermassiccio centrale avvolto da spesse nubi di polvere che non consentono alla luce visibile di passare. La luce di lunghezza d’onda maggiore, come quella nella banda radio, riesce invece a superarle e a fornirci informazioni su questa regione così ricca di fenomeni. Si vedono resti di supernova, regioni di formazione stellare, filamenti magnetizzati. Già noti dagli anni Ottanta del secolo scorso, la loro origine è ancora ignota: questi dati ci forniranno la chiave per risolvere il mistero.
\[R_S = \frac{2 G M}{c^2}\]</blockquote>
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<div align="center"><iframe width="500" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/XJXGF0uxjAM" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe></div>
<hr/>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-87094413789140619682019-10-09T15:09:00.002+02:002019-10-09T15:09:33.027+02:00Premi Nobel 2019: Chimica<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3xHL6H4j-Jnspd804GdLAyoyv-vHvhfJxBbACwg5okGnBcNWGkkNrNEGyk_O5B25YRAULEBA2nUwCHKL6LqcF_qY6ehYvWQn6E-hbUqXq1tc44XNcgrW17kdEZBHBFTPQzRUDz1Dkl44/s500/20191009-nobel_prize_chemistry2019.jpg" data-original-width="500" data-original-height="500" /></div>
Nel 150nario della tavola periodica di <strong>Dmitrij Mendeleev</strong>, il Premio Nobel per la Chimica va a una innovazione tecnologica nel campo dell'immagazzinamento dell'energia: la batteria (o accumulatore) a ioni di litio, più comunemente utilizzata come batteria ricaricabile. Come sappiamo, questo genere di batterie vengono largamente utilizzate per vari dispositivi di uso quotidiano, come le batterie dei cellulari o dei computer portatili, ma anche per alcuni tipi di batterie ricaricabili utilizzate nelle automobili elettriche.<br/>
Le prime batterie al litio vennero fabbricate nel 1912 dal chimico statunitense <strong>Gilbert Lewis</strong>. Il primo modello di batteria al litio ricaricabile venne sviluppata da <strong>Stanley Whittingham</strong> e fabbricata dalla Exxon all'inizio degli anni Settanta. Per avere la prima versione commerciale bisogna attendere il 1991 quando la Sony produsse la batteria sviluppata da <strong>John Goodenough</strong>. Infine <strong>Akira Yoshino</strong> ha successivamente migliorato la batteria di Goodenough riuscendo a eliminare il litio puro dalla batteria utilizzando solo gli ioni del litio, più sicuri del litio puro, permettendo l'uso pratico e la successiva commercializzazione della batteria stessa.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-67093730135686890302019-10-08T17:37:00.000+02:002019-10-08T17:37:13.560+02:00Premi Nobel 2019: Fisica<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih4oH0P5YljRWQ9c9ziEP5i9ooJ_HxDgWXGZE_x3_jRTDYxTU4EHz1c93-Gd-S6zY53YmQsAIfZsv4L_rXSpjBkObtskeW7QFP9ueVpGu43qjNQMjgBzI8T0KtFofuU-yqmZD6w6wr268/s500/20191008-nobel_prize_physics2019.jpg" data-original-width="500" data-original-height="500" /></div>
Scusatemi per il ritardo, ma la materia astronomica dei Nobel per la Fisica di quest'anno mi ha tenuto concentrato nella scrittura dei testi per i <em>post</em> di <a href="https://www.instagram.com/astrobrera/" target="insta">@astrobrera</a>. Andiamo, però, al premio assegnato quest'anno: è stato suddiviso in due parti uguali per una ricerca nel campo sperimentale/osservativo e per una ricerca nel campo teorico dell'astrofisica.<br/>
La prima metà del Nobel per la Fisica 2019 va a <strong>Michel Mayor</strong> e <strong>Didier Queloz</strong>. I due astronomi nel 1995 hanno annunciato la scoperta di un pianeta extrasolare intorno alla stella 51 Pegasi, nella costellazione di Pegaso, una stella simile al Sole distante da noi quasi 48 anni luce. Il pianeta, un gigante gassoso, denominato 51 Pegasi b, è noto anche con il nome di Bellerofonte, l'eroe greco che domò il cavallo alato Pegaso. Lo vediamo (il pianeta!) qui sotto nell'immagine artistica presa da <em>Celestia</em> via <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:51_Pegasi_b_by_Celestia.jpg" target="commons">commons</a>:
<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnyHV6M1dAjA5XuJNjDrKEKvkrzBLEHMOJDxgnl6qxX3dejdNOgMnaaml-RawZYY3pL6_61sw5ufW03q2QSbkzKyZbiyh26f8rY6KNWaIHSIWV_QFkASQEqHAxocjt2Dpbq_uzpe2ehug/s500/20191008-bellerofonte.jpg" data-original-width="500" data-original-height="405" /></div>
L'altra metà del premio va a <strong>Jim Peebles</strong>, cosmologo, che iniziò la sua attività di ricerca mentre <strong>Arno Penzias</strong> e <strong>Robert Wilson</strong> rilevavano per la prima volta la radiazione cosmica di fondo. Mentre, però, i due cercavano di capire l'origine del loro segnale, c'era un altro gruppo, nella relativamente vicina Princeton, che si stava preparando per rilevare un segnale dalle caratteristiche simili a quelle del segnale scoperto da Penzias e Wilson. Il gruppo era costituito da <strong>Robert Dicke</strong>, Jim Peebles e <strong>David Wilkinson</strong>. In particolare Dicke aveva previsto, indipendentemente da <strong>Ralph Alpher</strong> e <strong>Robert Herman</strong>, l'esistenza di una radiazione di fondo che avrebbe dovuto permeare l'universo, traccia dell'<em>esplosione</em> di energia che aveva dato origine all'universo.<br/>
Alla fine i risultati del gruppo di Dicke confermarono la scoperta di Penzias e Wilson, fornendo anche un senso fisico a quell'osservazione, oggi considerata una delle più solide conferme della teoria del Big Bang. Peebles, all'epoca giovane assistente di Dicke, contribuì non solo alla parte sperimentale, ma anche a quella teorica, e negli anni successivi continuò a occuparsi di radiazione cosmica di fondo e di cosmologia. Il Premio Nobel di quest'anno è, alla fine, il riconoscimento alla carriera piuttosto che a un unico singolo risultato, dove peraltro ebbe comunque un ruolo marginale, visto che nessuno dei teorici che predisse la radiazione cosmica di fondo ha mai vinto il Premio Nobel per tale risultato (né su qualche altro argomento, se è per questo).Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-63752137198506393552019-10-07T15:53:00.000+02:002019-10-07T15:53:59.917+02:00Premi Nobel 2019: Medicina e fisiologia<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxcRo2UjdNvmPViK9Wc8qWdnoOPmi35rjTebFxgts-gztpJP-nKCvrPHR7oni22tF98l9-DuAfZTo7rTPTq7WAcAm_ZVvP9-l8B8moAmOUqpOpQhXy_87UYRIpZ4Xh_J0nFxJUqXcxcOQ/s500/20191007-nobel_prize_medicine2019.jpg" data-original-width="500" data-original-height="500" /></div>
Lo so che sono in debito con il calendario di settembre e in ritardo con quello di ottobre e con la promessa sulla prosecuzione dei <em>post</em> dedicati alla corsa allo spazio, ma ultimamente il tempo è stato un po' tiranno (ma non solo il tempo). Visto che questa settimana sono iniziati gli annunci delle assegnazioni dei Premi Nobel, a differenza dell'anno scorso, spero di riuscire a comunicarvi anche solo brevemente i premi che verranno assegnati quest'anno. Iniziamo con quello per la medicina e fisiologia a <strong>William G. Kaelin Jr</strong>, <strong>Sir Peter J. Ratcliffe</strong> e <strong>Gregg L. Semenza</strong>
<blockquote>per la loro scoperta su come le cellule percepiscono e si adattano alla disponibilità di ossigeno</blockquote>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-50454160918248636462019-08-01T20:04:00.000+02:002019-08-01T20:04:03.557+02:00Agosto da zero a infinitoQuesta volta sono abbastanza in orario con la pubblicazione del calendario per il mese di agosto (<a href="https://drive.google.com/file/d/1IKLnP3w1a9k_6kmFw4OiAlRObe42zpAb/view?usp=sharing" target="pdf">pdf</a>). Prima di addentrarci nell'immagine del mese, sempre tratta dalla mostra <a href="http://edu.inaf.it/index.php/da-zero-a-infinito/" target="eduinaf"><em>Da zero a infinito</em></a>, vi segnalo che, se non ci saranno problemi o variazioni dovute a imprevisti vacanzieri vari, ad agosto dovrebbe riprendere la serie di <em>post</em> dedicata alla <a href="http://sciencebackstage.blogspot.com/search/label/corsa%20allo%20spazio" target="sciback"><em>corsa allo spazio</em></a>.<br/>
Passiamo ora all'immagine del mese, dedicata alla <a href="http://edu.inaf.it/index.php/immagine_infinito/legge-di-newton/" target="eduinaf">legge di Newton</a>:
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<div align="center"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7q5ic90PYlQur3G5ELDPh_0lB0Xc1dRrTCZmTR581HalFxYiX1jh5zPKtIR0_uSFf6J9Dyft5DJRdHlNRzqnEax4tU0F5dd-Ty8Zx7VBAhA7LssttkZoP1Z7VhgZSLRKkCiNUtE25e-0/s500/20190801-legge_di_newton.jpg" data-original-width="500" data-original-height="330" /></div>
<hr/><a name='more'></a>
<blockquote>Fotografia scattata dall’ambasciatore fotografico dell'Eso <strong>Petr Horálek</strong> nel gennaio 2015.<br/>
Siamo al crepuscolo, e un cielo spettacolare si apre sopra le montagne affollate di telescopi dell'osservatorio dell'Eso a La Silla.<br/>
Gli attori principali della scena sono: la cometa Lovejoy al centro dell'immagine in verde, l'ammasso stellare aperto delle Pleiadi in alto a destra, la nebulosa California che disegna un arco rosso a destra della cometa. Una meteorite aggiunge la sua scia di luce alla scena e sembra tuffarsi nella piscina nebbiosa di luci verdi distribuite lungo l'orizzonte.<br/>
Le luci terrestri fanno da contraltare al cielo: poche luci intorno ai telescopi e un fine velo di nuvole a bassa quota che si aggrappa alla pianura sotto l'osservatorio, tagliata dall’autostrada panamericana.<br/>
Il cielo in quest’immagine è stato ripreso con una serie di fotografie a lunga esposizione, che dà luogo a questa meravigliosa vista della cometa nel cielo. Tuttavia la metà inferiore della foto è basata solo su una delle esposizioni, per mantenere nitido il paesaggio di La Silla.
\[{\vec F}_{12} = G \frac{M_1 M_2}{R_{12}^2} {\hat r}_{12}\]</blockquote>
<hr/>
<div align="center"><iframe width="500" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/Cu35paeZIok" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe></div>
<hr/>Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-24730337445837395192019-07-20T09:31:00.000+02:002019-07-20T09:31:00.450+02:00Corsa allo spazio: 1969<div align="center" id="caption"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhekeRrgZFUAXfTxv8Hs-h6Moj__FxHCDsaNJpB6jc2Qc8fxBmIl3SOy_XcImGPQBn6zzVYVXIW8ZcN4WrQtKomkTVy1jFePC0IvOboSyWeRBqYnT9cHEBSLKsEiXB8OfaZzzgSlhGV36o/s450/20190702-moon_footprints.jpg" data-original-width="500" data-original-height="375" /><br/>
L'impronta dello stivale di <strong>Neil Armostrong</strong> sulla Luna - via <a href="https://www.nasa.gov/centers/langley/multimedia/road2apollo-23.html#.XRqkPSbOM5s" target="nasa">Nasa</a></div>
Era il 1969. <a href="https://dropseaofulaula.blogspot.com/2019/06/quark-stranezza-e-fascino-murray-gell-mann.html" target="dropsea"><strong>Murray Gell-Mann</strong></a> vince il Premio Nobel per la fisica
<blockquote>per i suoi contributi e scoperte in materia di classificazione delle particelle elementari e le loro interazioni.</blockquote>
Il <strong>16 gennaio</strong> le <em>Soyuz</em> 4 e <em>Soyuz</em> 5 compiono un <em>docking</em> con scambio di equipaggio.<br/>
Questa, però, è solo un'operazione palliativa nel programma di esplorazione spaziale sovietico, perché gli Stati Uniti hanno ormai superato l'Unione Sovietica già nell'anno precedente. Si sente nell'aria che manca poco per portare l'uomo sulla Luna. Fondamentalmente <em>Apollo</em> 9 di marzo e <em>Apollo</em> 10 di maggio forniscono le informazioni e le esperienze necessarie per consentire all'equipaggio dell'<em>Apollo</em> 11 di portare a termine in maniera positiva l'allunaggio.<br/>
Era il <strong>20 luglio</strong> quando <strong>Neil Armstrong</strong> scendeva sulla Luna, commentando con la famosa frase
<blockquote>Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l'umanità.</blockquote>
Anche <strong>Edwin Aldrin</strong>, che successivamente cambierà legalmente il nome in Buzz, scende sulla Luna: l'unico a non farlo è <strong>Michael Collins</strong>, il cui ruolo però era fondamentale per il rientro.<br/>
Anche l'<em>Apollo</em> 12, lanciata il <strong>19 novembre</strong>, atterra in tutta sicurezza sulla Luna, permettendo così a <strong>Pete Conrad</strong> di diventare il primo ballerino lunare.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-18735911675822277842019-07-19T09:31:00.000+02:002019-07-19T09:31:00.829+02:00Corsa allo spazio: 1968<div align="center" id="caption"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5sgZXyfImo0Vo6JJ80aphrOORdYJUVrig7ukGjGwTgQHwyXsNa8YPSiW44kBCYvZoeDVUCw_g5UJ0tsdVv1nxqLuX8834n1BAa7lCknBFXbJTCjlW46MBth59zROyhCbrr786xmhHvOM/s450/20190702-earthrise.jpg" data-original-width="500" data-original-height="501" /><br/>
<em>Earthrise</em> - via <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:NASA_Earthrise_AS08-14-2383_Apollo_8_1968-12-24.jpg" target="commons">commons</a></div>
Era il 1968. Il Premio Nobel per la fisica veniva assegnato a <strong>Luis Walter Álvarez</strong>
<blockquote>per il suo contributo determinante alla fisica delle particelle elementari, in particolare, la scoperta di un gran numero di stati di risonanza, resa possibile attraverso il suo sviluppo della tecnica della camera a bolle con l'impiego di idrogeno e l'analisi dei dati.</blockquote>
Era il 1968 e la corsa allo spazio aveva subito un po' di intoppi su entrambi i lati della <em>guerra fredda</em>. Il <em>programma Apollo</em> era iniziato il 21 febbraio del 1967 nel modo più sfortunato possibile: l'equipaggio era perito sulla rampa di lancio.<br/>
Bisogna aspettare l'<strong>11 ottobre</strong> con il lancio dell'<em>Apollo</em> 7 per rivedere un lancio statunitense con equipaggio umano. Questa, però, è l'apertura della strada per l'<em>Apollo</em> 8, prova generale per l'allunaggio: <strong>Frank Borman</strong>, <strong>James Lovell</strong> e <strong>William Anders</strong>, partiti il <strong>21 dicembre</strong>, compiono 10 orbite intorno alla luna in 20 ore. Ed è proprio Anders a scattare una delle foto della Terra più famose in assoluto, <em>Earthrise</em>.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-83057919102561651182019-07-17T09:37:00.000+02:002019-07-17T09:37:00.752+02:00Corsa allo spazio: 1966<div align="center" id="caption"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjoddDelWp4Y1qxM6xXHPHzyOtfE3bpvbbDB3HYvD0-IXFnb_nV36HPUFZyyi5juVea6Q5l1NdRHFLMZWqbNy-zU224El7UHruEbOfKtzCMCqfr9kMll6Zc7T15Pkoxcnq6qn4_xBQBEb4/s450/20190702-moon_surface_luna9.jpg" data-original-width="500" data-original-height="349" /><br/>
La superficie della Luna fotografata dalla <em>Luna</em> 9 - via <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Luna_9_moon_surface_image.gif" target="commons">commons</a></div>
Era il 1966. Il Premio Nobel per la fisica veniva assegnato a <strong>Alfred Kastler</strong>
<blockquote>per la scoperta e lo sviluppo di metodi ottici per lo studio della risonanza hertziana negli atomi.</blockquote>
Il <strong>3 febbraio</strong> <em>Luna</em> 9 atterra sulla superficie del nostro satellite, scattando le sue prime foto.<br/>
L'<strong>1 marzo</strong> un nuovo <em>insuccesso di successo</em>: <em>Venera</em> 3 si schianta su Venere.<br/>
Infine il <strong>3 aprile</strong> <em>Luna</em> 10 si mette in orbita intorno alla Luna.<br/>
Nel frattempo <em>Gemini</em> 8 il <strong>16 marzo</strong> porta a termine il primo <em>docking</em>, mentre il <strong>12 novembre</strong> <strong>Edwin Aldrin</strong> della <em>Gemini</em> 12 compie un'attività extraveicolare di circa 5 ore e mezza, dimostrando la possibilità di realizzare attività manuali nello spazio all'esterno delle navicelle.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-72988571538517340652019-07-15T09:38:00.000+02:002019-07-15T09:38:02.141+02:00Corsa allo spazio: 1965<div align="center" id="caption"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_o9BCd0n4Mm5shE8O2SoJS3X1fvp4DAf9A6D-VFGc6bXe12h3mrtczY0J2WU4hUOTIp52cL7K-cCM1lj7Q-bt0azH4ehgq9oS30sFKoSZakwj8dcYmuzySnsvLKJqokrVHhPVKpGYW-o/s450/20190702-leonov.jpg" data-original-width="500" data-original-height="368" /><br/>
<strong>Alexei Leonov</strong> durante la sua passeggiata spaziale - via <a href="https://www.sciencephoto.com/media/458715/view/alexei-leonov-during-his-spacewalk-1965" target="science">Science Photo Library</a></div>
Era il 1965. <strong>Sin-Itiro Tomonaga</strong>, <strong>Julian Schwinger</strong> e <strong>Richard Feynman</strong> vincevano il Premio Nobel per la fisica
<blockquote>per il loro lavoro fondamentale nella elettrodinamica quantistica, con profonde conseguenze per la fisica delle particelle elementari.</blockquote>
Era il 1965 e il <strong>18 marzo</strong> <strong>Alexei Leonov</strong> usciva dalla <em>Voskhod</em> 2 per compiere la prima passeggiata spaziale della storia!<br/>
Gli Stati Uniti, però, non stanno a guardare. Il programma <em>Gemini</em> prosegue spedito: il <strong>3 giugno</strong> ecco <strong>Edward White</strong> della <em>Gemini</em> 4 che ripete la passeggiata di Leonov; il <strong>29 agosto</strong> la <em>Gemini</em> 5 porta a 8 i giorni di permanenza umana nello spazio; il <strong>15 dicembre</strong> la <em>Gemini</em> 6A e la <em>Gemini</em> 7 compiono il primo <em>rendezvous</em> orbitale senza <em>docking</em>; sempre la <em>Gemini</em> 7 porta a 14 i giorni di permanenza consecutivi nello spazio.<br/>
Nel frattempo anche gli Stati Uniti proseguono con l'esplorazione del Sistema Solare con la <em>Mariner</em> 4 che il <strong>14 luglio</strong> compie il primo <em>flyby</em> intorno a Marte.<br/>
Il <strong>26 novembre</strong>, infine, la Francia lancia <em>Asterix</em> a bordo di un razzo costruito un Francia.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-66128048844463698952019-07-12T09:31:00.000+02:002019-07-12T09:31:03.325+02:00Corsa allo spazio: 1964<div align="center" id="caption"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhJzKnz7N6iVEfCaHhyKLIOgse8iKSGJIPkzJxZzePfv1_F2J4-tMGND9RHCnB1RcMUTIuql65rDRY4zewyHtdKsGU2EfKmy4l3eGJ_A_mBa4mrYJFOFXCbXN0_8x2yf3ZSNwyif0sKP0Q/s450/20190702-san_marco.jpg" data-original-width="450" data-original-height="356" /><br/>
Installazione del <em>San Marco</em> all'interno dello <em>Scout</em> - via <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Satellite_San_Marco_1.jpg" target="commons">commons</a></div>
Era il 1964. Il Premio Nobel per la fisica venne assegnato a <strong>Charles Hard Townes</strong>, <strong>Nikolaj Gennadievič Basov</strong> e <strong>Aleksandr Mikhajlovič Prokhorov</strong>
<blockquote>per il lavoro fondamentale nel campo dell'elettronica quantistica, che ha portato alla costruzione di oscillatori e amplificatori basati sul principio maser-laser.</blockquote>
Il <strong>19 agosto</strong> gli Stati Uniti lanciano il primo satellite geostazionario, il <em>Syncom</em> 2.<br/>
Il <strong>12 ottobre</strong> l'Unione Sovietica lancia la <em>Voskhod</em> 1 che ha al suo interno un equipaggio di 3 astronauti, <strong>Vladimir Komarov</strong>, <strong>Konstantin Feoktistov</strong> e <strong>Boris Yegorov</strong>.<br/>
L'anno spaziale, però, viene chiuso dall'Italia che il <strong>15 dicembre</strong> lancia il <em>San Marco</em> 1 a bordo del razzo vettore statunitense <em>Scout</em>. Il lancio venne effettuato dalla base NASA di Wallops Island, ma fu gestito interamente da tecnici e ingegneri italiani, dando ufficialmente il via al programma spaziale italiano.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-80001400271781540612019-07-11T09:36:00.000+02:002019-07-11T09:36:00.842+02:00Corsa allo spazio: 1963<div align="center" id="caption"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNSoEgnwA_yhIwtvPd1H9cK0Hf-AF1eNH5coKEr_vealUmejrof4GWbGnvlLboYP-8ne8HpWBTE_gI1m5L6Ac6PWOP1F6-yjaW-buUxndE1ntiOV4ZRAr7e-3RKpw0PDyaXS0M6R0bWF0/s450/20190702-valentina_tereshkova.jpg" data-original-width="500" data-original-height="505" /><br/>
<strong>Valentina Tereshkova</strong> in uniforme nel 1969 - via <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:RIAN_archive_612748_Valentina_Tereshkova.jpg" target="commons">commons</a></div>
Era il 1963. Il Premio Nobel per la fisica veniva assegnato a <strong>Eugene Paul Wigner</strong>
<blockquote>per i suoi contributi alla teoria del nucleo atomico e le particelle elementari, in particolare attraverso la scoperta e l'applicazione dei principi fondamentali di simmetria</blockquote>
e a <strong>Maria Goeppert-Mayer</strong> e <strong>Johannes Hans Daniel Jensen</strong>
<blockquote>per le loro scoperte riguardanti la struttura nucleare.</blockquote>
Era il 1963 e l'Unione Sovietica manda in orbita la prima donna: il <strong>16 giugno</strong> a bordo della <em>Vostok</em> 6 c'è <strong>Valentina Tereshkova</strong>.<br/>
Tre giorni dopo, il <strong>19 giugno</strong>, <strong>Valery Bykovsky</strong> a bordo della <em>Vostok</em> 5 resta in orbita per 5 giorni: iniziano gli studi per le missioni a lunga durata.<br/>
Nel frattempo gli Stati Uniti affinano le loro capacità di mandare in orbita i satelliti e in particolare il <strong>19 luglio</strong> sperimentano l'X-15.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-9174018438430655923.post-20587782704746368162019-07-10T09:32:00.000+02:002019-07-10T09:32:01.078+02:00Corsa allo spazio: 1962<div align="center" id="caption"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgR587RKshOicp119D5ir5sfvenIeeZ6D0zWlH8kJaIOj7V47qqy7JhQPyTGwvv2Qo2wKKXmP9wcDf2S-I-iaefXPM-gtspV2RFVMoBBuTJtwEdRK7meqi05e_4mV7u4R2dQizoDBG0SSc/s1600/20190702-ariel.jpg" data-original-width="500" data-original-height="333" /><br/>
Modello dell'<em>Ariel</em> 1 conservato presso il <em>London Science Museum</em> - via <a href="https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Ariel_1_satellite,_London_Science_Museum.JPG" target="commons">commons</a></div>
Era il 1962. Il Premio Nobel per la fisica veniva assegnato a <strong>Lev Davidovič Landau</strong>
<blockquote>per le sue teorie pionieristiche sulla materia condensata, in particolare sull'elio liquido.</blockquote>
Era il 1962 e gli Stati Uniti inaugurano gli <em>insuccessi di successo</em> con lo schianto del <em>Ranger</em> 4 sul lato lontano della Luna: era il <strong>26 aprile</strong>.<br/>
Quello stesso giorno il Regno Unito lancia <em>Ariel</em> 1, il primo satellite artificiale realizzato da una non-superpotenza, anche se inviato in orbita grazie agli Stati Uniti.<br/>
Questi ultimi, il <strong>10 luglio</strong>, mandano in orbita il <em>Telstar</em>, satellite per le telecomunicazioni.<br/>
Intanto i sovietici continuano a mandare uomini nello spazio: ad <strong>agosto</strong> <strong>Andriyan Nikolayev</strong> e <strong>Pavel Popovich</strong> a bordo rispettivamente di <em>Vostok</em> 3 e <em>Vostok</em> 4.<br/>
L'anno spaziale si chiude il <strong>14 dicembre</strong> con la statunitense <em>Mariner</em> 2 che compie anch'essa un <em>flyby</em> intorno a Venere dopo la sovietica <em>Venera</em> dell'anno precedente.Gianluigi Filippellihttp://www.blogger.com/profile/03480308847295234747noreply@blogger.com0