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venerdì 15 maggio 2009

Ritratti: Richard Feynman


Richard Feynman
Simpatico. Irriverente. Semplicemente il più grande tra noi. Il suo nome? Richard Feynman. Il suo mestiere? Fisico.
Una delle sue frasi simbolo era:
Penso di poter affermare che nessuno capisce la meccanica quantistica.
(citato in The New Quantum Universe, 2003, di Tony Hey, Patrick Walters)
Uno dei suoi più grandi successi sono i così detti diagrammi di Feynman, che rappresentano in maniera grafica l'interazione tra le particelle. Leggendarie, poi, tra i fisici le sue Lezioni, testi imprescindibili nel corso di studi di ogni fisico, recuperabili o acquistando l'edizione rilegata o recuperando l'edizione in pdf (magari girata da un altro amico fisico!).
Nato a New York l'11 maggio del 1918, morto a Los Angeles il 15 febbraio del 1988, vince il Premio Nobel nel 1965 insieme a Sin-Itiro Tomonaga e a Julian Schwinger per una serie di lavori sulla QED, sviluppati indipendentemente dai tre ricercatori: dopo la seconda guerra mondiale Feynman prima sviluppò un metodo per calcolare le probabilità di transizione di un quanto da uno stato a un'altro e da qui sviluppò un nuovo formalismo per la meccanica quantistica successivamente adattato all'elettrodinamica.
Altro fondamentale contributo del fisico statunitense è nello studio della superfluidità dell'elio: la spiegazione del fenomeno (l'elio liquido che fluisce senza alcuna viscosità), nonostante l'utilizzo della meccanica quantistica, brilla per semplicità e chiarezza.

Diagramma del pinguino
In un certo senso, quindi, Feynman è anche da considerarsi come un modello non solo del fisico teorico, ma del fisico in generale, considerate le sue grandi capacità di chiarezza: grande divulgatore fu infatti scelto dalla Apple per la campagna Connection Machine. Anche per questi motivi viene considerato il padre e l'ispiratore delle nanotecnologie (vedi il famoso discorso del 1959, fatto al CalTech, There's plenty of room at the bottom, versione pdf) e del computer quantistico (in questo caso fare riferimento alla memoria Simulating Physics with Computers).
Vale poi la pena ricordare uno dei suoi più grandi successi: la spiegazione del disastro del Challenger. Feynman faceva parte, unico scienziato, della commissione che nel 1986 investigò sulle cause dell'incidente: egli dimostrò ai tipi della Nasa, utilizzando solo un bicchiere d'acqua e del ghiaccio, che la causa del disastro era dovuta all'irrigidimento degli anelli di gomma di uno dei due razzi ausiliari a propellente solido a tempetarura inferiore a 0 gradi.
Concludeva,poi, il suo intervento con queste memorabili parole:
Se si vuole mantenere una rigida tabella di marcia per i lanci spaziali -spesso il lavoro di ingegneria non può essere compiuto abbastanza velocemente da permettere di rispettare i previsti criteri di sicurezza. Questo implica una diminuizione nella sicurezza dei voli. La Nasa dovrebbe informare onestamente i cittadini di questo pericolo. [...]
Per una tecnologia di successo, la realtà deve avere la precedenza sulle relazioni pubbliche, perché la natura non può essere ingannata!
E infine possiamo considerare Feynman come il nume tutelare del Nanoforum, importante evento internazionale che cercherà di avvicinare il mondo delle industrie con quello scientifico nell'ambito delle nanotecnologie. L'edizione di quest'anno, la quinta, si terrà a Torino dal 9 all'11 giugno: per maggiori informazioni date un'occhiata anche all'annuncio su Gravità Zero.
Di Feynman, in italiano, è possibile trovare nelle librerie:
  • La fisica di Feynman, 3 volumi della Zanichelli (come i tre successivi): la raccolta delle sue memorabili Lezioni;
  • Sta scherzando, Mr.Feynman!: una biografia dello scienziato;
  • Il moto dei pianeti intorno al Sole;
  • Che t'importa di ciò che dice la gente?;
  • Deviazioni perfettamente ragionevoli dalle vie battute, della Adelphi;
  • QED, sulla teoria che gli valse il Nobel;
  • Il piacere di scoprire;
  • Il senso delle cose;
  • Sei pezzi facili e Sei pezzi meno facili: una raccolta di mini-lezioni;
  • La legge fisica, della Boringieri.
Non so che cosa non va nella gente: non imparano usando l'intelligenza, ma solo meccanicamente o giù di li. Il loro sapere è così fragile.
(da Sta scherzando, Mr. Feynman!)

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