Network Bar

mercoledì 11 gennaio 2017

Finanziare la ricerca in Italia

Nel mio vasto database di bozze da cui attingere, alcune così vecchie da generare odori nauseabondi, mi sono ritrovato con la seguente citazione, tratta da un sito che ha cambiato destinazione d'uso (ora è dedicato allo shopping!) e che va bene più o meno per tutte le stagioni:
In Italia sono in molti a lamentare una scarsa attenzione alla ricerca, dato che determina la famosa fuga dei cervelli all'estero, verso Paesi più attenti all'innovazione scientifica. La crisi c'è, e non solo in Italia, perciò è necessario ingegnarsi. Anche per la ricerca scientifica si è pensato al crowdfunding, e Breakout Labs è una delle piattaforme più interessanti nell'ambito.
Si tratta di un progetto firmato dalla fondazione Thiel, realtà che ha sede a San Francisco, e che da anni si occupa di promuovere interessanti lavori di ricerca. Come funziona Breakout Labs?
Coloro che hanno intenzione di richiedere sovvenzioni, devono leggere attentamente le condizioni a cui devono rispondere i progetti di ricerca scientifica, tra cui compare il fatto che il tutto possa essere realizzato fuori dall'università dove lavora chi ha fatto istanza di finanziamento.
I progetti presentati vengono poi sottoposti a un iniziale vaglio da parte del comitato consultivo della fondazione e, una volta approvati, sono resi pubblici al fine di poter ricevere donazioni, che possono raggiungere la cifra massima di 350.000$. Una volta raggiunto il finanziamento completo e commercializzato il progetto, il ricercatore si impegna a riconoscere parte delle royalty a Breakout Labs.
In Italia avrebbe successo una piattaforma di crowdfunding per finanziare la ricerca scientifica? Voi cosa ne pensate?
Partendo dalla domanda finale, mi sono messo in testa di dare un'occhiata la panorama del crowdfunding in Italia, che vede Eppela come il principale sito del genere anche grazie alla più o meno grande flessibilità nella proposizione di progetti. Nella ricera mi hanno aiutato gli elenchi proposti su Economy Up, dove vienanche descritta bene la differenza tra le tipologie, mentre ogni progetto viene brevemente presentato, e su italian crowdfunding, dove invece ogni piattaforma viene presentata atraverso un'agile tabella che mette subito a colpo d'occhio i dati essenziali.
Partendo dalla domanda finale della citazione, il portale che risponde a essa è Universitiamo, realizzato dall'Università di Pavia e che sembra stia riscutotendo un discreto successo (certo c'è da dire che ancora progetti divulgativi non sembrano essere così appetibili, ma forse i tempi non sono ancora maturi, almeno in Italia).
A questo sito pretamente universitario affiancherei Schoolraising, il crowdfunding per i progetti delle scuole italiane, che come Universitiamo risponde all'esigenza degli operatori del settore di finanziare progetti e proposte a fronte del taglio di investimenti.
Altra piattaforma interessante è, poi meridonare, che ha il più che lodevole obiettivo di finanziare progetti per il meridione.
Quest'ultimo è anche a carattere generalista al di là del localismo, si intende) e non mi metto a elencare tutti i siti di crowdfunding generalisti che potrebbero essere utilizzati per finanziare la ricerca e la scuola oltre i fondi statali. Aggiungo all'elenco, come chicca finale, Bumers, il sito degli scrocconi che, per certi versi, potrebbe essere considerato la risposta itliana a Patreon.
L'ormai morto permalink dela citazione recita come segue: http://www.crowdfundingo.it/breakout-labs-crowdfunding-per-la-ricerca-scientifica/