Stephen Hawking, Dal Big Bang ai buchi neri.
Il testo di Hawking è indubbiamente divulgativo, facilmente leggibile da chiunque, scritto in stile abbastanza colloquiale, e che soprattutto ha accomunato molti fisici della mia generazione. La prosa precisa e al tempo stesso discorsiva di Hawking, il modo accattivante in cui ha descritto una materia ostica come lo spazio, il tempo e l'universo, rendono il libro un ottimo punto di partenza per chiunque voglia avvicinarsi ad argomenti avanzati della fisica, ma che si occupano di qualcosa che ha affascinato da sempre l'uomo: il cielo notturno e le stelle che, come puntini luminosi lontani, lo popolano.
I temi che tocca, poi, sono ampi e uno in particolare, la questione della freccia del tempo, assume un fascino ancora maggiore, visto che riesce a farti immaginare cosa, secondo lui, potrebbe succedere nel caso che tale freccia si invertisse fino al momento del big crunch.
Passeranno anni prima che si ricreda di questa ipotesi, ma certo è molto pittorica e soprattutto indicativa di come una mente analitica e scientifica riesca comunque a immaginare la realtà con lo stesso dettaglio e la stessa fantasia di un artista.
Ancora oggi un capolavoro da leggere, consigliare, regalare.
Dire che queso libro è l'origine della passione per la fisica è forse eccessivo, certo è che uno dei semi, una delle tante origini segrete. Tutto inizia al liceo, prima grazie ai professori dell'area scientifica (la professoressa di fisica, quella di chimica e geografia astronomia, quello di matematica - che come la prima è laureato in fisica-matematica, una laurea unica), quindi con la lettura del famoso libro di Stomachion
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venerdì 30 gennaio 2009
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