I vari movimenti locali si sono organizzati e impegnati nella realizzazione di varie iniziative: cortei di protesta, volantinaggio, lezioni in piazza. Fino a qualche tempo fa, su quelle piazze, c'ero anche io, nella mia città, Cosenza: è per questo che, con immenso piacere, vi segnalo una nuova iniziativa del gruppo cosentino, che insieme ai ricercatori di Catania, hanno organizzato un incontro tra i precari delle due regioni su un traghetto sullo stretto.
Di seguito il comunicato stampa dell'iniziativa, SOS - Ricerca in mare:
S.O.S. Ricerca in mare. I precari della ricerca siciliani e calabresi sul traghetto per protestare contro la legge sul riordino universitario
Sabato 31 gennaio alle ore 13 sul traghetto Messina – Villa S.G. l'iniziativa dei Coordinamenti dei Precari della Ricerca di Sicilia e Calabria
La conversione in legge del decreto 180/08 sul riordino del sistema universitario non ha risolto i problemi del nostro sistema universitario, ma ha aggravato una situazione già difficile, operando un robusto taglio di risorse che colpirà la maggior parte degli atenei italiani. Per il resto, i provvedimenti sono del tutto inadeguati a risolvere i problemi legati alla trasparenza dei processi di reclutamento, né vanno in direzione di un rinnovamento del personale docente. E soprattutto non è stata prevista alcuna misura volta ad affrontare realmente il grande nodo del precariato universitario.Per maggiori informazioni, potete consultare il blog dei precari cosentini.
Migliaia di "ricercatori precari" lavorano quotidianamente negli atenei italiani senza alcun riconoscimento della propria funzione, privi di diritti, di norme che ne regolino status, funzioni e sbocchi occupazionali. Tutto è legato a prassi e quindi all'arbitrarietà! Siamo al medioevo.
L'ondata di manifestazioni di questi mesi è stato il primo passo per avviare una profonda riflessione sul sistema universitario che includa finalmente il suo anello più vitale e debole: i lavoratori precari. E' un grande risultato ottenuto dai coordinamenti dei precari della ricerca sorti in tutta Italia, ma è solo l’inizio di un percorso che non deve interrompersi. La strada è ancora lunga. Per questa ragione i coordinamenti dei precari della ricerca della Calabria e della Sicilia hanno costituito una rete per lottare insieme, per avanzare le proprie proposte di riforma, per contestare quei provvedimenti che ancora una volta sviliscono il sistema universitario invece che valorizzarlo. La ricerca "affonda in Italia" e lo fa ancora di più in regioni come le nostre, attanagliate da una situazione di crisi cronica, laddove le prospettive di crescita economica e culturale sono più incerte.
S.O.S ricerca in mare non sarà solo un grido di protesta e di sdegno. S.O.S ricerca in mare rappresenterà il nostro slancio propositivo, manifesterà il nostro amore per la nostra professione, il desiderio di riscatto per la nostra terra.Catania/Cosenza, 21 Gennaio 2008
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