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venerdì 11 dicembre 2009

Ritratti: Guglielmo Marconi

Nel 1909 Guglielmo Marconi, insieme con Ferdinand Braun, vinse il Premio Nobel per la Fisica. La motivazione fu identica per entrambi:
in recognition of their contributions to the development of wireless telegraphy(1)
In pratica fu proprio l'invenzione della radio, quell'elettrodimestico che doveva essere soppiantato dall'arrivo del televisore, che portò Marconi alla vittoria dell'ambito premio a 35 anni.
Nato il 25 aprile del 1874, visse e studiò tra Inghilterra (la madre, Annie Jameson, era irlandese) e Italia. Qui la sua base fu Livorno dove, grazie agli stimoli del professore Vincenzo Rosa, che insegnava fisica presso il locale liceo, si interessò all'elettricità e all'elettromagnetismo, prendendo ben presto la strada delle applicazioni pratiche piuttosto che quella dell'approfondimento teorico, probabilmente preferita e consigliata da Augusto Righi, docente dell'Università di Bologna.
Per sua e nostra fortuna, il giovane Guglielmo decise di approfondire gli aspetti sperimentali, pratici e imprenditoriali dell'elettricità.
Come ha ricordato Hildebrand nel suo discorso di presentazione, i più grandi pionieri della ricerca elettromagnetica furono Michael Faraday e James Clerk Maxwell: mentre il primo, che fu anche uno dei più grandi scienziati dilettanti della storia, utilizzò la forza delle intuizioni e degli esperimenti, il secondo diede forma matematica alla prima delle unificazioni che costellano la storia della fisica, quella tra elettricità e magnetismo.
Marconi, dunque, costruisce la sua carriera sulla scia del geniale Faraday, iniziando i suoi esperimenti nel 1894, appena 15 anni prima di vincere il Nobel. La sua idea era semplice: inviare segnali a distanza senza ricorrere ad alcun filo, come negli usuali telegrafi dell'epoca.
Concluse gli esperimenti con successo circa un anno dopo e si pose immediatamente un nuovo e più pressante problema: mantenere il controllo della sua invenzione per poterla sfruttare adeguatamente. A questo punto, spulciando nella biografia dell'inventore, si notano una serie di elementi che fanno di Marconi un vero e proprio anticipatore dei nostri tempi: decise, infatti, di trasferirsi in Inghilterra, a Londra, dove le maggiori opportunità, il maggiore interesse verso le telecomunicazioni e soprattutto il maggiore sviluppo industriale e tecnologico consentì a Marconi di fondare una società di telecomunicazioni, la Wireless Telegraph and Signal Company. Era il 1897 e le prime trasmissioni radiofoniche nei due anni successivi furono sportive: le regate del Royal Yachting Club trasmesse al Daily Express di Dublino nel 1898 e le regate dell'America's Cup dell'anno successivo.
Ovviamente Marconi, con grande abilità e lungimiranza, non solo si dedicò alla divulgazione della sua invenzione, ma si avvalse della collaborazione di personale scientificamente qualificato, come ad esempio John Ambrose Fleming.
Altri suoi successi furono il collegamento radio tra Francia e Inghilterra del 1899 e quello transatlantico tra Inghilterra e Terranova del 1901. Collaborò, poi, oltre che con il governo britannico, anche con la Marina Italiana e nel 1908 riuscì a concludere un collegamento radio regolare tra le due sponde dell'Atlantico.
La vittoria del Nobel, comunque, anziché togliergli stimoli, gli diede nuovo impulso, approfondendo prima gli studi sulle onde corte (fino ad allora aveva concentrato le sue ricerche e i suoi esperimenti su quelle lunghe) e negli anni Trenta, periodo durante il quale ruppe quasi completamente i suoi rapporti con il regime fascista a causa del suo appoggio alla Gran Bretagna, iniziò a studiare le microonde.
Nominato nel 1928 presidente del CNR, morì il 20 luglio del 1937, a Roma. Queste le sue lungimiranti parole a chiusura del suo discorso durante la cerimonia di consegna del Nobel:
Quali che possano essere i suoi attuali difetti e le sue deficienze, la telegrafia senza fili, sempre per grandi distanze, è destinata ad affermarsi, e non soltanto ad affermarsi, ma a progredire e svilupparsi. Se un giorno sarà possibile trasmettere le onde intorno al globo, si troverà forse che le onde viaggianti intorno alla terra potranno essere concentrate agli antipodi della stazione trasmittente. Per questa via si potrà forse trasmettere un giorno i messaggi a paesi lontani con minimo consumo di energia e conseguentemente, con minima spesa. Ma io abbandono ora il dominio dei fatti concreti per avventurarmi nella regione della speculazione, la quale tuttavia, con la conoscenza del problema gradualmente accresciutasi, promette risultati utili ed istruttivi.
(dalla lezione dell'11 dicembre 2009)

(1) Come riconoscimento per i loro contributi nello svilupppo della telegrafia senza fili.

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