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venerdì 16 ottobre 2009

Leonardo e il cantiere del Duomo di Milano

Museo Nazionala della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci
L'arietta era fresca, ieri mattina, andando al Museo Leonardo da Vinci, nonostante l'ora, le 11:30. Entrato nel museo, ecco che le frecce indirizzano ospiti e accreditati della stampa verso la Sala del Cenacolo. Nell'anticamera c'è la fase di registrazione e la consegna della cartelletta con il materiale: quindi ci si può accomodare nella sala vera e propria, prima però il passaggio da un salottino dove già sono pronti i tavolini per l'aperitivo.
L'evento che organizzato dall'illustre Museo milanese è la presentazione di Leonardo Da Vinci e il cantiere del Duomo di Milano, un nuovo allestimento incentrato sulla storia del Cantiere del Duomo e sui suoi rapporti con quel genio di Leonardo da Vinci e che verrà aperto al pubblico a partire da sabato 17 ottobre. All'allestimento è anche abbinato un sito multimediale realizzato in flash, la cui proiezione è anche molto (inutilmente) fotografata.
L'allestimento è realizzato dal Museo in collaborazione con l'associazione IRIS, la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, la Fondazione Cariplo, il Comune di Milano, l'Ufficio Scolastico per la Lombardia. In rappresentanza di parte di queste istituzioni intervengono alla conferenza stampa Fiorenzo Galli, direttore generale del Museo Leonardo da Vinci, Massimiliano Orsatti, assessore del Comune, Dario Bolis per la Fondazione Cariplo, Benigno Mörlin Visconti Castiglione direttore della Fabbrica, Maurizio Gusso presidente dell'IRIS, Claudio Giorgione del Museo Leonardo da Vinci.
Leonardo e il cantiere del Duomo di Milano
Il primo a parlare è Fiorenzo Galli: il direttore generale del Museo definisce Leonardo un ricercatore curioso, attento alla natura, impegnato a trovare innovazioni tecniche e tecnologiche, e cerca anche di accostare l'inventore, ingegnere e artista italiano ai moderni valori di sostenibilità e rispetto della natura: pur se non condivido appieno l'intervento di Galli(1), resta comunque efficace nell'ottica di inquadrare l'iniziativa all'interno delle tappe di avvicinamento all'Expo 2015, che ha scelto in Leonardo e nel suo Uomo vitruviano il simbolo della manifestazione, che si indirizza proprio sugli importanti temi della sostenibilità ambientale.
Dopo l'introduzione di Galli, la parola passa a Massimiliano Orsatti, assessore al Turismo, Marketing Territoriale e Identità del Comune di Milano: dopo aver ricordato che il Museo di Leonardo è il più visitato della città (ormai seconda meta turisica d'Italia), l'assessore giustifica la sua presenza e il suo appoggio al progetto attraverso il concetto di identità, ovvero la necessità di conoscere la storia e lo sviluppo artistico e culturale locale. In questo senso la figura di Leonardo, fino a poco tempo fa troppo poco utilizzata per il rilancio turistico di Milano, gioca un ruolo fondamentale, considerata la sua ventennale attività nel capoluogo lombardo, al cui sviluppo ha contribuito con numerosi progetti, non ultimo il suo lavoro proprio per il Duomo. Per dare maggior forza al suo discorso, l'assessore ricorda alla platea la mostra sul Codice Atlantico allestita dalla Biblioteca Ambrosiana, che può essere visitata sia presso la sede della Biblioteca stessa sia presso Santa Maria delle Grazie. Il progetto viene poi definito straordinario, poiché coinvolge le generazioni più giovani alla storia del territorio in cui vivono. L'idea è infatti quella di spingere verso una didattica legata al territorio, un modo per esaltare la biodiversità della nazione e del pianeta.
Anche Dario Bolis esalta con parole lodevoli il progetto, passano poi a difendere il ruolo della Fondazione Cariplo, che in questa sede istituzionale rappresenta, come partner attivo dell'allestimento e non come semplice sponsor. La Fondazione, infatti, non si è limitata soltanto al finanziamento, ma anche alla fase di ideazione e proposizione: un ruolo attivo che la giovane istituzione (18 anni) rivendica con forza.
La parola passa, a questo punto, a Benigno Mörlin Visconti Castiglione. Il direttore della Fabbrica del Duomo ricorda, con onestà, come Leonardo non sia stato trattato granché bene durante i lavori al Duomo, e anche che parte delle sue opere sono negli anni andate perse o più semplicemente sono di difficile identificazione. Ovviamente il richiamo al Cantiere della nuova mostra del Museo è uno degli aspetti più graditi: come direttore della Fabbrica, il Cantiere del Duomo è di vitale importanza.
Lo scopo della Fabbrica è stata la costruzione del Duomo e la prosecuzione dei restauri. Il mantenimento del patrimonio lasciato.
L'esaltazione della tecnica e della tecnologia, riassunte in Leonardo, sono anche un marchio distintivo della Venerabile Fabbrica che quindi non poteva mancare all'appuntamento.
Giunge così il momento tanto atteso di presentare la mostra, e il compito tocca a Maurizio Grosso dell'IRIS e a Claudio Giorgione del Museo. Quest'ultimo presenta alla stampa il sito collegato con l'allestimento: di questa parte mi occuperò in maniera più approfondita in altra occasione, quando parlerò esclusivamente del sito, decisamente molto interessante e che, parlando direttamente con i programmatori, è stato sviluppato indipendentemente dal Project Tuva, al quale è facile associarlo (almeno per i lettori di Science Backstage e di VirtuaLearn).
Passiamo, quindi, all'intervento di Gusso, che dopo aver giustamente presentato IRIS, riassume molte delle idee espresse anche nei precedenti interventi e parla della struttura della mostra. L'idea che ha mosso ideatori e curatori è semplice ma efficace: proporre una didattica al tempo stesso seria ma informale, avendo ben presente come mantra le parole insegnare divertendo. A tutto questo c'è da aggiungere la multidisciplinarietà dell'evento stesso, che coinvolge la storia, la tecnica e la scienza, e la stessa struttura della mostra, una struttura a strati o, utilizzando la stessa terminologia di Gusso, a scatole cinesi. Discussioni storiche, un percorso che guida attraverso la costruzione del Duomo, la realizzazione di prodotti multimediali, come il sito in flash, i laboratori interattivi, le animazioni teatrali: tutto questo, in sintesi, è Leonardo e il cantiere del Duomo di Milano, del quale il Museo di regala una gustosa anteprima.
Il tavolo delle istituzioni
Maestro de Ghisulphis va a prendere il vino
Ci spostiamo verso la stanza del laboratorio interattivo dove un gruppo di studenti scelto per provare il laboratorio si ritrova a maneggiare con martello e scalpello su pezzi di marmo sparsi sul tavolo, tutti muniti di apposita mascherina. Dopo ci spostiamo in una sala, la prima, dove si svolge l'animazione teatrale interattiva. Qui il Maestro Cristoforo de Ghisulphis ci illustra il suo ufficio dove, in qualità di munizioniere, aveva il compito di gestire le risorse per il cantiere e gli operai. Divertente la scenetta in cui si prepara un boccale di vino con un ovetto rotto al suo interno e che cerca di far assaggiare al gruppo di visitatori. Il Maestro, poi, si presta a una divertente quanto anacronistica intervista con un paio di operatori televisivi, nella quale illustra i vari angoli della sua umile stanza. Accanto a questa saletta si trova, poi, il touch screen sul quale è caricato il software del sito multimediale: ovviamente l'ho provato. Funziona e risponde abbastanza rapidamente alle sollecitazioni delle dita. L'audio, poi è buono, forse eccessivamente alto all'interno di una stanza vuota o quasi, ma perfetto per quando la mostra sarà aperta al pubblico, da domani 17 ottobre.
Maggiori dettagli sul sito del museo, ovviamente. E soprattutto buon divertimento con Leonardo e le sue invenzioni.
(1) Leonardo resta un genio, in grado di trasformare la scienza e la tecnologia in arte, e qualunque interpretazione in chiave moderna di una personalità come la sua mi sembra decisamente eccessiva.

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