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martedì 7 settembre 2010

Introduzione allo SCORM

L'acronimo SCORM sta per Shareable Content Object Reference Model, letteralmente Modello di Riferimento per gli Oggetti di Contenuto Condivisibili, una serie di specifiche su come diffondere e rendere condivisibile del contenuto. La definizione e il protocollo in questione, perché di questo si parla, nasce e si sviluppa all'interno del mondo dell'e-learning, ovvero quel mondo vasto e ancora poco definito dell'insegnamento a distanza. Personalmente preferisco definire l'e-learning come diffusione del sapere, un qualcosa di un attimino più formale di un blog scientifico o comunque divulgativo come questo.
All'interno dell'e-learning si distinguono una serie di tecniche e di pratiche differenti, una di queste è il così detto learning object, che può essere definito come una lezione, on-line o meno che sia (in effetti ci sono molti che considerano LO anche una lezione in presenza, magari non necessariamente una di quelle uniformate con i programmi ministeriali).
Si può fornire, però, anche una definizione un po' più precisa degli LO, che
(...) possono essere considerati degli oggetti di apprendimento digitali e non (solo digitali per alcuni autori) che perseguono un obiettivo formativo specifico, utilizzati sia da docenti, sia da studenti in modo indipendente e senza una sequenza predefinita.
Questa definizione, anche se non è data formalmente come definizione, è tratta da Il progetto @pprenderedigitale e i Learning Objects di Annarita Ruberto. Di definizione formale, in effetti, non ne esiste una univoca, come avrete capito, e la stessa Annarita ne fornisce tre, le principali in effetti.
Sugli LO, in effetti, c'è una certa confusione anche per il protocollo da utilizzare e seguire per l'effettiva realizzazione; ognuno di questi protocolli o standard, poi, ha anche un ulteriore problema di fondo, appoggiandosi ai metadati. Chiunque mastichi un po' il web sa che i metadati sono (o cercano di essere) un sistema di classificazione delle risorse presenti sulla rete per rendere le ricerche migliori e avvicinarsi all'ipotetico web semantico. Scritti in XML, un linguaggio che cerca di essere il più naturale possibile (in un certo senso si rifanno alla logica secondo Wittgenstein), i metadati sono centrali nei protocolli DCMES (Dublin Core Metadata Element Set), IEEE/LOM P1484.12, e SCORM, in particolare nella sua edizione 2004. E' quest'ultimo, tra tutti gli standard, quello che sta prendendo piede, ed è per questo che vi propongo una presentazione (o webinar, nei termini dell'e-learning, visto che è una presentazione fatta su web, con possibilità di interagire con il conferenziere anche a distanza) realizzata da Francesco Pucci e Andrea Lorenzon. Per realizzare un LO si utilizzano programmi dedicati: uno dei più utilizzati, che presenta anche una (non perfetta) localizzazione italiana è eXeLearning, cui scopro, sempre grazie ad Annarita, si affianca Xerte. Variazioni sugli LO, poi, sono webquest (semplificando: delle ricerche da fare on-line, con una linea guida da seguire in ogni caso), i webinar di cui sopra: mentre nel primo caso il controllo sul lavoro svolto è spesso fatto dall'insegnante in presenza e successivamente dai lettori in rete del lavoro prodotto, nel secondo caso siamo in presenza di una lezione vera e propria dove manca il momento di autoverifica dei concetti appressi. In effetti è questo momento di autocontrollo che caratterizza gli LO rispetto a presentazioni e webinar, rendendolo comunque qualcosa di simile, ma diverso da una lezione tradizionale.
Ovviamente non è la soluzione ai problemi dell'insegnamento, ma un valido aiuto nel percorso di chiunque abbia voglia di diffondere la conoscenza.
Per maggiori dettagli e per esempi, esplorate le corrispondenti etichette su Scientificando e Matem@ticamente.

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