In effetti questa è il prologo alla lunga sfida con la Spia Poeta che Topolino ed Eta Beta dovranno affrontare nella serie di daily strip successive. La nota Spia, infatti, cercherà di prendere possesso della mirabolante invenzione dell'uomo del domani, un ombrello in grado di proteggere dall'energia atomica!
La seconda guerra mondiale, conclusasi 3 anni fa, aveva visto la vittoria definitiva degli Alleati e quindi degli Stati Uniti solo dopo la nuclearizzazione delle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki: in quell'occasione il mondo intero si era reso conto della potenza di questa forma di energia, che aveva iniziato a fare capolino all'inizio del conflitto, come si ricorderà bene chi ha letto L'uomo nuvola. Esempio dell'attenzione che la società civile riservava agli usi militari di questa invenzione è questo Fear and the Bomb di Joseph Hansen uscito nel giugno del 1949 su Fourth International. Siamo agli inizi della Guerra Fredda, quel periodo storico durante il quale i due grandi schieramenti statunitense e sovietico si fronteggiavano in maniera nascosta e sottile grazie alla minaccia delle armi nucleari a lunga gittata puntate una contro l'altra. Per comprendere l'atmosfera del tempo, può essere utile, ad esempio, dare un'occhiata a questa raccolta di clip radiofoniche e televisive degli anni Cinquanta e Sessanta dagli archivi della CBC(1).
Questa atmosfera di incertezza non poteva non entrare nelle strisce dell'epoca e Mickey Mouse non poteva essere da meno: Bill Walsh, che affiancava a quel tempo Floyd Gottfredson come sceneggiatore delle strisce, dopo l'introduzione di Eta Beta nella sequenza iniziata il 22 settembre dell'anno prima, inizia a sfruttare il personaggio per introdurre temi scientifici nelle strisce. C'erano già stati degli accenni in precedenza, sia nella storia d'esordio, dove Eta prende un po' in giro gli scienziati che vogliono studiarlo, sia in Topolino e i poteri di Eta Beta, storia incentrata su Pflip, il gangarone introdotto nella precedente Topolino ed Eta Beta l'indovino. In questa storia, infatti, scopriamo che il piccolo Pflip è il risultato dell'unione di
un po' di cane, un po' di gatto, un po' di pipistrello, un po' di volpe, un po' di scoiattolo, un po' di unicorno, un po' di drago, un po' di lama, un po' di panda, un po' di coniglio, un po' di anitraNe L'atombrello, però, la scienza viene simpaticamente presa in giro in maniera ancora più evidente. E gli ingredienti ci sono tutti.
Da una parte l'inventore dilettante, Eta Beta, che realizza l'invenzione del secolo. Il primo problema è provarla: come fare? Ecco che viene in soccorso Pippo, che si presta da cavia per gli esperimenti: una volta attivato il copricapo, Eta Beta e Topolino proveranno a colpirlo con tutto quello che hanno a disposizione, ma un campo invisibile respinge implacabilmente ogni attacco.
Provate le proprietà dell'invenzione, entra in scena un anonimo scienziato, trascinato da Topolino a casa sua per incontrare Eta, alla vista del quale, però, il vecchio professore va via indignato di fronte a un tipetto che gioca con lo yo-yo. Si può in effetti dire che, nonostante già il mondo della scienza ci sia passato numerose volte (emblematico il caso di Enistein con i suoi lavori sulla relatività), ancora sul finire degli anni Quaranta resta scettico di fronte a figure alternative ed esterne al suo ristretto ambito: una situazione che ancora adesso si sta modificando con estrema difficoltà.
L'intera striscia, però, rientra in una sequenza più ampia che fa passare dalle prove casalinghe alle prove di laboratorio: per farsi aiutare in un passaggio essenziale nel procedimento scientifico (esperimenti via via più complessi) i due si rivolgono al professor Everett Koppenhooper, il cui nome è probabilmente un modo per citare Robert Oppenheimer, il fisico responsabile del progetto Manhattan, cui tra gli altri partecipò anche Enrico Fermi.
Koppenhooper, esperto mondiale in ricerche atomiche, è in effetti un ragazzino di 11 anni: in questo modo Walsh e Gottfredson hanno modo di ripresentare un loro canovaccio narrativo, quello del bambino prodigio, già accennato in Topolino e la cassetta elettronica e poi esplicitamente utilizzato in Topolino e il bambino prodigio con il precoce e intelligentissimo Pongo (Emerson Sharpe), anch'egli al lavoro per trovare una protezione contro la bomba atomica. D'altra parte utilizzando un bambino di quell'età per rappresentare la fisica atomica, i due cartoonist enfatizzano la gioventù di una disciplina come la ricerca atomica: le ricerche atomiche proseguono da circa 50 anni (ricordiamo che il Nobel a Ernest Rutherford risale al 1908), pur se si può dire che quelle legate alla bomba atomica sono decisamente molto più recenti: non è infatti un caso che il progetto Manhattan sia iniziato proprio 9 anni prima di quelle strisce, quando Everett, per sua ammissione, ha iniziato la sua attività scientifica ideando una trasmissione di divulgazione.
Comunque, una volta giunti da Koppenhooper, già si nota un'atmosfera differente: Eta Beta trova molto semplice riuscire a mettersi in sintonia con il giovane scienziato, a differenza degli altri con cui aveva interagito in precedenza (altro punto fondamentale che viene enfatizzato: la ricerca scientifica si deve nutrire di idee giovani e nuove, che ovviamente sappiamo bene non sono esclusivo appannaggio di un'età anagrafica giovane), mentre i macchinari messi a disposizione dei nostri due eroi sono quanto di più all'avanguardia e al tempo stesso misteriosi si possa pensare: sembrano, per esempio, richiamare ai macchinari elettrici di Nikola Tesla (vedi, ad esempio, Radio Power will Revolutionize the World).
Nonostante la tensione iniziale, l'episodio si conclude con una nota positiva e con una curiosità che lo accomuna a un altro grande fumetto del XX secolo, Watchmen. Nella quart'ultima e nella terz'ultima striscia Topolino viene fatto entrare in una camera isolata, con solo indosso l'atombrello, dove verranno convogliati dei raggi atomici. La situazione, in questo caso voluta, sembra molto simile agli avvenimenti che hanno portato alla creazione del Dr. Manhattan, che per certi versi riprende i poteri e l'aspetto di Eta Beta ma in modi un po' più inquietanti; mentre nel caso del personaggio di Alan Moore e Dave Gibbons la conclusione non sarà poi così positiva, Topolino esce indenne dalla camera, mostrando sicurezza e fiducia nella scienza, una volta che questa ha dimostrato i suoi risultati.
Stupenda la battuta finale di Eta Beta alla sollecitazione di Everett:
Bene... Non avete nulla da dichiarare in un momento simile?E l'uomo del domani, con grande semplicità risponde:
Pviva la pnaftalina!A questo punto non mi resta che concludere con il classico Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra, ch'io ho detto la mia!
P.S.: per i lettori interessati consiglio anche la lettura di La scienza ha fatto "gulp"! di Giulio Giorello.
(1) Dello stesso periodo delle strisce di Topolino ed Eta Beta, ma di tenore differente, probabilmente per limitare gli effetti di articoli come quello di Hansen, viene diffuso Adventures inside the atom, fumetto prodotto dalla General Electric Company. Come potrete vedere, vengono enfatizzati gli aspetti positivi dell'energia atomica, realizzando in ogni caso, al di là di quello che si può pensare sull'operazione in se, una interessante operazione di divulgazione scientifica per mezzo del fumetto, genere che nel decennio successivo avrebbe avuto la sua seconda, grande espansione dopo i fruttuosi esordi.
Nessun commento:
Posta un commento