Arthur non poteva agguantare Fenny e riportarla in su perché quella era Londra, e a molto meno di un milione di chilometri di distanza, per l'esattezza a 1216 chilometri di distanza, nella città di Pisa, Galileo aveva chiaramente dimostrato che due corpi che cadono, cadono esattamente con la stessa accelerazione nonostante la differenza dei pesi relativi.Eppure ecco la scappatoia:
Arthur capì che se avesse continuato a precipitare nel vuoto credendo alle teorie fisiche degli italiani, i quali peraltro non riuscivano nemmeno a tenere dritta una semplice torre, lui e Fenny si sarebbero trovati in guai seri e cosi, nonostante la fisica, si mise a precipitare più in fretta di Fenchurch.E successivamente i due addirittura arrivano a volare per aria, senza alcun problema: basta solo convincersi!
Ben più difficile è convincersi che L'universo, molto probabilmente sia uno spettacolo teatrale che merita di essere visto. Non solo: la recensione potrebbe concludersi con un Non andatelo a vedere! Per nessuna ragione al mondo! Nemmeno la curiosità è abbastanza per convincervi ad andare!
Ideato da Roberto Magherini, che lo ha diretto e recitato sul palco insieme con Serena Marrone e Marco Pezza, lo spettacolo sarà in scena fino a fine giugno presso il Teatro Oscar di Milano, da martedì a domenica sempre alle 21. Sul palco, quindi, non appena inizia lo spettacolo, va in scena il tentativo di omaggiare Adams e la sua opera, eppure il tentativo, che si può ammettere piuttosto difficile da portare a termine, fallisce quasi completamente.
I punti negativi della rappresentazione sono le assurde canzonette che vengono cantate ogni tot da Magherini stesso. In realtà queste canzonette sono dei gorgheggi senza senso di frasi semplici e incomplete, il tripudio del surreale fatto musica, si potrebbe dire. In effetti dopo la prima di queste canzoni, ogni volta che il microfono scende sul palco si è portati a tremare.
Gli effetti sonori, e in parte anche visivi, non si limitavano solo ai momenti canori, ma anche durante la recitazione, accavallandosi spesso sulle parole degli attori e creando quello che si potrebbe definire una sorta di overload informativo, che se da una parte potrebbe avere il pregio di rappresentare la gran mole di informazioni che devono gestire i protagonisti, dall'altra impedisce allo spettatore di seguire al meglio la rappresentazione.
La parte migliore è quando Magherini interpreta, da solo ma alternando le due parti con cambiamenti di voce e di accento, l'incontro tra Arthur e Slartibartfast, che con una certa genialità viene identificato con Leonardo. In questo caso il racconto dei topi che commissionano la Terra e del fatto che ogni abitante era un componente del supercomputer che avrebbe dovuto trovare la domanda fondamentale alla risposta fondamentale è divertente quanto l'originale e reso bene da un bravo Magherini.
A parte questo c'è poco altro in uno spettacolo che ci si aspetta divertente e umoristico, a tratti anche dissacrante, ma che purtroppo ha poco altro da dire.
P.S.: mi pare giusto in ogni caso segnalarvi questo Tributo a Douglas Adams, dove avrete la possibilità di scricare in italiano i pdf della saga. Le citazioni sono nella traduzione di Laura Serra.
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