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Titolo: Il libro dei rompicapi di Alice
Autore: Lewis Carroll, John Fisher (a cura di)
Edizione: Costa & Nolan
Fisher organizza il libro in maniera semplice ma ben argomentata e approfondita, strutturandolo in piccoli capitoli dedicati ognuno a un gioco, matematico, logico o illusionistico (Carroll era, infatti, anche un appassionato di giochi di prestigio e un illusionista dilettante), ispirato alle opere dedicate ad Alice, ma anche alle altre sue opere, come La caccia allo Snark, o il divulgatico Logica Simbolica, o dagli articoli usciti sulle più disparate riviste, come ad esempio Vanity Fair o la prestigiosa Nature.
Nel corso del libro si passa da giochi matematici, a giochi logici, alla descrizione di divertenti giochi illusionistici, ma si scopre anche la propensione di Carroll a ridefinire le regole dei giochi più disparati, come il prestigioso polo, che ha il suo spazio nel Paese delle Meraviglie, o l'ideazione ex novo di un gioco il cui intento era quello di rendere più semplice l'apprendimento della logica per i bambini.
In quest'ultimo campo, però, si registrano degli insuccessi da parte di Carroll, che riesce ad attrarre l'attenzione solo degli addetti ai lavori, i logici (e personalmente non stento a crederlo), ma proseguendo nell'esame del libro, è anche interessante il capitoletto dedicato agli origami, in cui si parte dalla striscia, o nastro di Möbius, per poi passare a descrivere le operazioni per realizzare alcune figure particolari. Un piccolo spazio se lo ritagliano anche gli scacchi, uno dei giochi preferiti da Carroll, tanto che era solito con alcuni amici e allievi, giocare partite mentalmente.
In definitiva un libro ricco di giochi e aneddoti, stimolante e divertente, che non può mancare di appassionare l'enigmista e il matematico che è in ognuno di noi.
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