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martedì 16 giugno 2009

Ritratti: Alfred Wallace


Alfred Wallace - via commons
Charles Darwin, di cui quest'anno ricorrono i 200 anni dalla nascita e i 150 dalla pubblicazione de L'origine della specie, non è stato l'unico ad avere idee evoluzioniste. Praticamente in contemporanea con lui, anche Alfred Russell Wallace sviluppò la sua versione dell'evoluzione.
Diversamente da quanto si possa pensare, non ci fu rivalità tra i due, né lotta per chi dovesse accaparrarsi la paternità della scoperta: semplicemente Wallace si piegò al lavoro di decenni di Darwin, tanto che inviò a quest'ultimo il suo famoso saggio del 1858 On the Tendency of Varieties to Depart Indefinitely From the Original Type: questo, insieme a On the Law Which Has Regulated the Introduction of New Species del 1855 e al libro Darwinism del 1889 coostituiscono i suoi contributi alla teoria dell'evoluzione.
Gli studiosi hanno trovato, comunque, alcune differenze tra le idee di Wallace e quelle di Darwin, nonostante quest'ultimo non le abbia rilevate. Innanzitutto Darwin pose l'accento essenzialmente sulla competizione tra individui della stessa specie nella lotta per la sopravvivenza e la riproduzione. Wallace, invece, sottolineò l'importanza dell'ambiente esterno come forza veicolante dell'adattamento delle specie esterne all'ambiente circostante.
Altri hanno invece sottolineato come le idee di Wallace in merito alla selezione naturale come meccanismo per mantenere l'adattamento delle specie all'ambiente esterno siano le più potenti e importanti mai uscite dal XIX secolo.
Nato l'8 gennaio del 1823, Wallace fu soprattutto un naturalista. Darwin, insieme ad Alexander von Humboldt e a William Henry Edwards, fu uno degli ispiratori della sua carriera, che lo portò ad esplorare mezzo mondo (l'Amazzonia, il Rio Negro, la Malesia, l'Indonesia). Grazie alle sue osservazioni e ai suoi viaggi ebbe modo, come detto, di contribuire alla teoria dell'evoluzione. Nel campo del naturalismo le sue osservazioni portarono alla scoperta delle differenze zoologiche tra la regione australiana e quella indiana, nonostante la similitudine climatica: tale scoperta passa sotto il nome di linea di Wallace. Estese poi le sue ricerche e le sue osservazioni a tutto il globo nel suo trattato più importante e famoso, The Geographical Distribution of Animals del 1876.
Ebbe anche i suoi lati oscuri e controversi: innanzitutto non accettò l'applicazione delle idee evoluzioniste all'uomo, come ben documentato nel saggio The Origin of Human Races and the Antiquity of Man Deduced from the Theory of 'Natural Selection', dove presupponeva l'esistenza di un disegno intelligente per quel che riguarda gli esseri umani.
Questa deriva spiritualista, comunue, non gli impedì, cosa ben più grave, di dare inizio a una campagna contro le vaccinazioni, mettendone in dubbio l'efficacia. Negli ultimi anni, poi, (morì il 7 novembre del 1913), si occupò, anche se di striscio, delle nuove scoperte astronomiche, in particolare dei canali marziani "scoperti" da Giovanni Schiaparelli nel 1877: Is Mars habitable? è il contributo di Wallace alla discussione sollevata dalle osservazioni di Schiaparelli.
Al di là di tutto, comunque, il contributo di Wallace alla teoria dell'evoluzione e alla zoologia è stato importante e costituisce ancora oggi una pietra miliare nella storia della scienza.

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