Chi avrebbe potuto pensare che un gesto così semplice e quotidiano, come il lavarsi bene le mani, potesse salvare tante vite? Un giovane medico ungherese fu il primo a vedere nell'ordinario qualcosa di straordinario.
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Per il dottor Semmelweiss si trattò di una vera e propria rivelazione che, vent'anni prima di Pasteur, lo condusse a ipotizzare l'esistenza di "particelle cadaveriche" che, a contatto con ferite aperte, potevano infettare individui altrimenti sani portandoli a sviluppare la malattia. I veicoli dell'infezione altro non erano quindi che gli studenti che nella Prima, clinica universitaria, passavano dall'obitorio alla sala parto con estrema indifferenza e senza lavarsi le mani pratica considerata normale dalla medicina dell'epoca.
Fu cosi che venne introdotto, in via sperimentale, l'obbligo di lavarsi le mani con una soluzione disinfettante prima di ogni visita ginecologica il che ridusse, in breve, il tasso di mortalità a livelli trascurabili. Il dottor Semmelweiss è quindi unanimemente accreditato come colui che per primo riconobbe le implicazioni cliniche della teoria dei germi. Nel 2013 l'UNESCO ha deciso di inserire alcuni documenti sulla scoperta di Semmelweiss nel registro della Memoria del mondo.