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martedì 17 febbraio 2009

Raccontare Darwin


Foto dall'alto della libreria con le persone intervenute all'incontro
La scienza, quest'anno, diventa spettacolo: i 200 anni di Charles Darwin e i 150 de L'origine della specie, e l'anno astronomico che celebra i successi di Galileo Galilei. Oggi ci occupiamo di Darwin, ma semplicemente per raccontare l'incontro/conferenza informale di ieri alla Libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte a Milano. Protagonisti indiscussi Piergiorgio Odifreddi, logico e matematico, professore ordinario all'Università di Torino, e l'attore e Premio Nobel per la letteratura Dario Fo. I due protagonisti arrivano in libreria insieme, accolti da una platea già folta ben un'ora prima dell'inizio ufficiale dell'incontro con un caloroso applauso.
E l'incontro inizia anche un po' prima rispetto al previsto: dopo aver fatto salire una parte del pubblico sul palco preparato dalla libreria, viene innanzitutto introdotto l'ultimo libro di Odifreddi, In principio era Darwin. Dal racconto emergono alcuni punti interessanti: in particolare vorrei sottolineare la discussione (che andrebbe fatta in maniera approfondita anche in Italia) su quando e come sarebbe utile introdurre l'evoluzione nelle scuole, non certo se sia il caso: è indubbia, e ciò emerge chiaramente, l'importanza di tale teoria nel panorama scientifico mondiale, così come sono stati importanti i contributi dei ricercatori che hanno succeduto Darwin.
Odifreddi, in particolare, nota come questo libro sia differente rispetto ai suoi precedenti (in effetti lo aveva già notato una sua zia: Non ti riconosco più! Non ci sono battute!), e non solo per una drastica riduzione delle battute argute tipiche dello scienziato-scrittore, ma anche per l'anomalia di come questo è nato ed è stato scritto.
Andiamo con ordine: per quel che riguarda le battute unica eccezione il solito accenno al cattolicesimo e al papa. L'attuale papa Benedetto XVI, come ci riferisce Odifreddi, ha detto: Il momento di passaggio dall'animale (o scimmia) fino all'essere pensante è il momento in cui inizia a farsi un'idea di Dio. In definitiva il tanto cercato anello mancante è probabilmente un possibile homo religiosus. E giusto per non farsi mancare niente, il tutto ricordando che il papa è il primate di Roma!
La nascita del libro
In principio era Darwin nasce per caso, nel senso che non è stato programmato fin dall'inizio dall'autore. A Sarzana, in occasione del Festival della mente, Odifreddi nelle ultime tre edizioni è stato invitato a fare letture da saggi scientifici. I classici, che come lo stesso Odifreddi ha confermato, non sono una lettura usuale per i giovani ricercatori (confermo!), ma solo all'avvicinarsi della maturità, sono stati nell'ordine di edizione: Galileo Galilei, Albert Einstein, Charles Darwin. Per affrontare questa lettura il buon Odifreddi ha iniziato a documentarsi sull'evoluzione, quindi leggendo sia le opere di Darwin, su tutte L'origine della specie, Il diario del viaggio sul Beagle, L'origine dell'uomo. Un libro nato quindi da un percorso complesso che ha permesso al professore anche di conoscere a fondo Darwin e la vastità dei suoi interessi (dai piccioni, ai lombrichi, passando per le orchidee e molto altro): non poteva, ovviamente, mancare un capitolo dedicato alla matematica, in cui parla della teoria matematica dell'evoluzione sviluppata da Godfrey Harold Hardy e Wilhelm Weinberg. In questo caso una piccola sfida alla platea e una citazione papale: innanzitutto l'invito a ricordare il quadrato di un binomio, quindi la battuta
Questa sera andate dai vostri bambini... e chiedetegli di insegnarvi la formula!
Dario Fo, invece, si concentra, con la sua grande abilità di narratore, sull'umanità di Darwin, il suo modo chiaro di esporre la teoria, il suo profondo interesse per la natura, per i sentimenti. Ed emerge la centralità del pensiero darwiniano che dice all'uomo che la natura è simile a lui, così come l'uomo è simile alla natura: non è la sua una posizione così privilegiata, pur con tutte le possibili distinzioni e differenze più evidenti.
Raccontare tutta la serata (una discussione di poco più di un'ora e mezza) mi viene difficile nonostante gli appunti presi, mi preme però sottolineare alcuni fatti finali. Innanzitutto l'esaltazione della figura di scienziato rappresentata da Darwin, che utilizza 1/3 del suo libro per esporre la teoria e i restanti 2/3 a rispondere alle possibili obiezioni alla stessa, utilizzando come argomenti gli esperimenti che ha portato avanti nel corso degli anni. Quindi uno splendido parallelo tra Darwin e Galilei, l'altra figura protagonista di questo 2009: non solo L'origine della specie è un'opera di importanza scientifica e letteraria nell'ambito naturalistico e biologico, ma anche il Dialogo sui due massimi sistemi del mondo risulta anch'essa un'opera rivoluzionaria dal punto di vista scientifico e letterario (Italo Calvino definì, infatti, Galileo come il più grande scrittore italiano); inoltre la vastità degli interessi dei due scienziati. In questo rientra in campo Dario Fo che racconta, con grande maestria, la passione del fisico pisano per il teatro, recitando anche un divertente testo teatrale scritto dallo stesso scienziato. L'idea di Fo è quella di sottolineare come Galileo si interessi al teatro anche per imparare un linguaggio con cui potesse dialogare con le persone comuni, perché tra loro era importante diffondere le nuove idee della nascente cultura scientifica.
L'ultima osservazione sull'ordine e sul più adatto: nel senso antropocentrico questi due termini prendono un aspetto positivo, ma dal punto di vista scientifico sono solo un modo per descrivere nel modo più corretto possibile delle situazioni. Dall'evoluzione, infatti, escono le specie e gli individui più adatti non in base ad un criterio umano, ma in base alle condizioni dell'ambiente esterno. Dall'evoluzione emergono le specie più adatte a sopravvivere, che non sono necessariamente le migliori da un punto di vista umano (basti pensare alla diminuzione delle dimensioni di molti dei pesci pescati negli ultimi anni: la pesca umana è stata così intensiva che ha selezionato gli individui più piccoli in dimensioni, poiché quelli più grandi erano quelli pescati prima e impossibilitati a giungere alla maturità e quindi a riprodursi).

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