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mercoledì 9 novembre 2016

Un pacifista estremista

Io ho iniziato il movimento per la pace universale, ma nel senso tolstojano, la pace non come assenza di guerra, o non solo come assenza di guerra, ma come ritorno ad una condizione naturale, pacifica, profonda del nostro pensiero. Quindi ci stiamo battendo per la pace nel mondo, contro le guerre, contro le armi, contro i soprusi, contro le violenze, contro la pena di morte, a favore delle donne la cui identità è calpestata in molti paesi. E quindi potremmo dire che è un grande movimento per la non violenza.
Umberto Veronesi

mercoledì 2 novembre 2016

Migrazione interna

Come ben sappiamo, ogni anno nel mondo milioni di persone si mettono in viaggio in fuga dalle loro terre. Esiste, però, anche un altro fenomeno, in contonui aumento (figura A, al lato) di migranti interni, ovvero di quelle persone che sono costrette ad abbandonare la loro casa. Nel 2015 ben 28 milioni di persone sono state costrette a quest'ultimo genere di spostamenti, rappresentati nell'immagine B qui sotto. Come scritto da Mark Fischetti su Scientific American, l'assurdità della situazione è che spesso questi migranti interni subiscono un trattamento peggiore rispetto ai rifugiati. Tra le cause della migrazione interna ci sono la violenza, i disastri umani e naturali, situazioni di crisi dovute alla siccità.
Fischetti, M. (2016). Pushed Out Scientific American, 315 (4), 88-88 DOI: 10.1038/scientificamerican1016-88 (sci-hub)

giovedì 20 ottobre 2016

Senza voce

Ieri sarebbe stato un gran giorno per la missione ExoMars: il Trace Gas Orbiter e il lander Schiaparelli sono arrivati nei pressi di Marte e mentre il lander, staccatosi dall'orbiter, iniziava la discesa verso il suolo marziano, il TGO si sarebbe dovuto sistemare in orbita intorno al pianeta rosso. Dai dati raccolti durante queste operazioni si sa che: il TGO ha completato le sue operazioni in maniera corretta, mentre il lander si è staccato senza problemi atterrando su Marte. L'unico punto oscuro è che Schiaparelli non sta inviando alcun feedback di ritorno quindi o gli strumenti di comunicazinne si sono rotti o, più semplicemente, il lander si è schiantato.
Chissà se e quando si avrà una qualche certezza.
Leggi su Esa, The Guardian, Mirror

giovedì 13 ottobre 2016

Nobel 2016: letteratura

Oserei dire che il Premio Nobel per la letteratura del 2016 è epocale! E' stato, infatti, assegnato (come ormai saprete da un po'), a Bob Dylan, probabilmente uno dei più grandi cantautori degli Stati Uniti (se non del mondo).
La motivazione è semplice, e forse anche leggermente incompleta:
per aver creato nuove espressioni poetiche all'interno della grande tradizione della canzone americana
Tra le curiosità diffuse dall'account twitter del Nobel c'è il titolo di un articolo che contiene una citazione a una sua canzone: Nitric oxide and inflammation: The answer is blowing in the wind (sci-hub). Altre ne trovate sul Guardian.
Non dimentichiamo, poi, che è il primo vincotore del Nobel ad avere vinto anche un Oscar!
Vi lascio con una delle mie canzoni preferite del suo vasto repertorio, non soltanto musicalmente, ma soprattutto perché ne rappresenta anche l'impegno civile:

martedì 11 ottobre 2016

Ig Nobel 2016

In attesa dell'annuncio del Premio Nobel per la letteratura 2016, diamo un0occhiata (con colpevole ritardo!) ad alcuni degli Ig Nobel 2016, iniziando da uno di (abbastanza) stretta attualità, quello per la chimica alla Volkswagen
per aver risolto il problema delle eccessive emissioni inquinanti delle automobili grazie a minori emissioni prodotte automaticamente ed elettromeccanicamente ogni volta che le vetture sono in fase di test.
Il premio per la fisica va, invece, a Gábor Horváth, Miklós Blahó, György Kriska, Ramón Hegedüs, Balázs Gerics, Róbert Farkas, Susanne Åkesson, Péter Malik, e Hansruedi Wildermuth
per aver scoperto perché i cavalli dalla criniera bianca sono a prova di tafano e per aver scoperto perché le libellule sono fatalmente attratte dalle pietre tombali nere.
Dettagli su: Carino il premio per l'economia assegnato a Mark Avis, Sarah Forbes, e Shelagh Ferguson
per aver valutato la personalità percepita delle rocce dalla prospettiva delle vendite e del marketing.
Divertente il premio per la letteratura a Fredrik Sjöberg per i tre volumi autobiografici in cui racconta della sua collezione di mosche che sono morte, e di mosche che non sono morte!
Il resto sulla pagina dei premiati.

lunedì 10 ottobre 2016

Nobel 2016: economia

Non conoscevo l'esistenza della teoria dei contratti (o teoria economica del contratto) fino all'assegnazione del Premio Nobel 2016 per l'economia (come ricordato più volte, questo premio è stato istituito dalla banca svedese, mancando nella lista originale redatta da Alfred Nobel). Il premio, quest'anno, è infatti andato a Oliver Hart e Bengt Holmström proprio per i loro contributi nella materia.
in particolare, come potete trovare nelle informazioni distribuite a corredo con il comitato stampa (pdf), la teoria dei contratti prova a rispondere ad alcune domande interessanti:
Dovrebbero i fornitori di servizi pubblici, come scuole, ospedali o prigioni, essere pubblici o privati? Insegnanti, operatori sanitari, guardie carcerarie dovrebbero essere pagate con un salario fisso o in funzione delle loro pestazioni? Fino a che punto i manager dovrebbero essere pagati attraverso bonus o stock options?
In particolare sul salario degli insegnanti, argomento che è stato uno dei punti centrali delle recenti discusioni in Italia, Holmström punta sul salario fisso: se ad esempio si volesse pagare l'insegnante in fuzione dei risultati degli studenti ai test, questi spenderebbe la maggior parte del tempo della lezione per una migliore preparazione ai test e troppo poco tempo per l'insegnamento vero e proprio, tra cui capacità come la creatività e il pensiero indipendente.
Una posizione di questo genere viene approfondita nell'articolo Multitask Principal-Agent Analyses: Incentive Contracts, Asset Ownership, and Job Design (pdf).

venerdì 7 ottobre 2016

Nobel 2016: pace

Raccontare il Nobel per la pace 2016 non è certo un'impresa semplice, essendo legata alla storia degli ultimi 50 anni della Colombia. Il premio, infatti, è stato assegnato a Juan Manuel Santos, attuale presidente della Colombia, che il 25 agosto del 2016 ha stipulato un accordo di pace con le FARC, le Forze Armate Rivoluzionare della Colombia (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia).
Nate nel 1964 a seguito di un'operazione militare dello stato colombiano, appoggiata dagli Stati Uniti, per reprimere i movimenti agricoli di autogoverno nelle regioni di Tolima e Huila, continuarono la lotta armata contro lo stato fino a quest'anno, con l'unica eccezione del 1984. In quell'anno, a fronte di accordi firmati con l'allora presidente Belisario Betancur Cuartas, provarono a entrare nell'arena politica insieme con altri movimenti civici colombiani nel partito dell'Unión Patriottica. Negli anni successivi i componenti del partito vennero uccisi, convincendo le FARC a ritornare alla lotta armata, che potrebbe essere giunta al termine grazie all'azione di Santos.
Si spera che questa azione non venga vanificata nei prossimi anni, anche a fronte della bocciatura degli accordi nel recente referendum del 2 ottobre 2016.
Ovviamente mi scuso per l'estrema sintesi del racconto, ma per iniziare a farsi un'idea potete consultare la pagina wiki dedicata alle FARC.

mercoledì 5 ottobre 2016

Nobel 2016: chimica

Il Premio Nobel 2016 per la chimica è stato assegnato a Jean-Pierre Sauvage, Fraser Stoddart e Bernard Feringa per la progettazione e la sintesi delle macchine molecolari.
Due esempi di macchine molecolari sono due famosi esperimenti mentali: il diavoleto di Maxwell e il nottolino di Feynman-Smoluchowski o nottolino browniano.
Il diavoletto di Maxwell è un piccolo demonietto che, utilizzando un'apposita apertura, dovrebbe separare le molecole di due differenti gas (o di temperatura differente). Il nottolino browniano, proposto da Marian Smoluchowski nel 1912, è un meccanismo piccolissimo in grado di produrre una sorta di moto perpetuo, venne successivamente esaminato da Richard Feynman nel 1964, che ne mostrò l'infattibilità. Peraltro lo stesso Feynman è nume tutelare proprio delle ricerche sulle macchine molecolari, grazie alla famosa conferenza There's plenty of room at the bottom del 1959.
La fattibilità delle idee di miniaturizzazione di Feynman iniziò a concretizzarsi proprio grazie ai premiati: nel 1983 grazie al gruppo guidato da Sauvage; nel 1991 grazie a Stoddart; e quindi nel 1999 grazie a Feringa con il suo rotore molecolare. E' interessante osservare come nei lavori del 1983 e del 1991 la topologia continua a giocare un ruolo fondamentale, proprio come nelle ricerche del Nobel per la fisica.
Si potrebbe dire, senza sbagliare, che il vero vincitore dei Nobel scientifici 2016 non è uno scienziato, ma una disciplina: la topologia!

martedì 4 ottobre 2016

Nobel 2016: fisica

Arriva anche l'annuncio del Premio Nobel per la fisica 2016, assegnato a David Thouless, Duncan Haldane e Michael Kosterlitz per le teorie delle transizioni di fase topologiche e le fasi topologiche della materia.
Con le transizioni di fase abbiamo a che fare più o meno tutti ogni volta che mettiamo, ad esempio, una pentola di acqua sul fuoco per preparare un piatto di pasta, o quando lasciamo un pezzo di ghiaccio a sciogliersi, magari in un bicchiere per rafferddare l'acqua in esso contenuta.
Delle particolari transizioni di fase sono quelle quantistiche, dove a entrare in gioco è soprattutto l'approccio statistico alla termodinamica. I sistemi che vengono maggiormente interessati a questo genere di transizioni sono costituiti da spin: catene o piani discreti, dove ogni punto della catena o del piano è rappresentato da un dato valore dello spin (che può essere indicato come su o giù). Una catena di spin può esere rappresentata dal così detto modello di Ising, mentre una struttura bidimensionale può essere rappresentata dal così detto modello XY.
Nel momento della transizione, il parametro d'ordine del sistema, un numero che misura l'ordine, inizia a comportarsi con un andamento esponenziale, e gli esponenti vengono chiamati esponenti critici. Una transizione di tipo quantistico è quella che trasforma un materiale ferromagnetico in uno antiferromagnetico.
D'altra parte nel citato modello XY, che serve per modellizzare un piano di spin interagenti uno con l'altro, sono presenti dei vortici, peraltro piuttosto stabili, che possono essere studiati, così come gli stessi esponenti critici, con un approccio topologico.
In particolare a quest'ultimo modello si sono dedicati Thouless e Kosterlitz, che peraltro danno il nome, insieme con Vadim L'vovich Berezinskiĭ, alla particolare transizione di fase presente nei modelli XY. Haldane, invece, si è occupato delle catene di spin, che ad esempio possono essere rappresentate con il modello di Ising (o comunque con un modello di quel genere).
Dopo questa (comunque non molto) esauriente spiegazione, vorrei far notare che il racconto fatto durante il live di cosa sia la topologia viene affidato a pretzel e bagel, che sono "fondamentali" nella congettura di Poincaré!

lunedì 3 ottobre 2016

Nobel 2016: medicina/fisiologia

E' arrivato il momento dei Premi Nobel 2016. Il primo ad essere assegnato è quello in medicina/fisiologia, andato a Yoshinori Ohsumi per la scoperta dei meccanismi legati all'autofagia(1). Questo è un meccanismo distrutivo che smonta, attraverso un processo regolare, componenti cellulari non necessari o malfunzionanti.
Tale meccanismo venne osservato per la prima volta da Keith Porter e dal suo studente Thomas Ashford del Rockefeller Institute. I risultati vennero pubblicati nel 1962 sul Journal of Cell Biology.
La maggior parte del funzionamento di tale meccanismo è stato chiarito dal gruppo di lavoro guidato proprio da Ohsumi.
Ohsumi ha utilizzato dei ceppi di lievito ingegnerizzati in cui gli autofagosomi si sono accumulati durante il digiuno. Questo accumulo non si sarebbe dovuto verificare se i geni fondamentali per l'autofagia fosse stata inattiva. Ohsumi espose le celule di lievito a una sostanza chimica che ha introdotto in modo casuale delle mutazioni in molti geni, e ha quindi indotto l'autofagia. La sua strategia funzionò: dopo un ano dalla sua scoperta dell'autofagia nel lievito, Ohsumi ha identificato i primi geni essenziali per l'autofagia. Nella successiva serie di eleganti esperimenti, le proteine codificare da questi geni erano funzionalmente caratterizzati. I risultati mostrarono che l'autofagia è controllata da una cascata di proteine e complessi proteici, di cui ognuno regola una distinta fase dell'inizazione e formazione degli autofagosomi.(1)

Articoli di Yoshinori Ohsumi:
Takeshige, K., Baba, M., Tsuboi, S., Noda, T. and Ohsumi, Y. (1992). Autophagy in yeast demonstrated with proteinase-deficient mutants and conditions for its induction. Journal of Cell Biology 119, 301-311 (sci-hub)
Tsukada, M. and Ohsumi, Y. (1993). Isolation and characterization of autophagy-defective mutants of Saccharomyces cervisiae. FEBS Letters 333, 169-174 (sci-hub)
Mizushima, N., Noda, T., Yoshimori, T., Tanaka, Y., Ishii, T., George, M.D., Klionsky, D.J., Ohsumi, M. and Ohsumi, Y. (1998). A protein conjugation system essential for autophagy. Nature 395, 395-398 (sci-hub)
Ichimura, Y., Kirisako T., Takao, T., Satomi, Y., Shimonishi, Y., Ishihara, N., Mizushima, N., Tanida, I., Kominami, E., Ohsumi, M., Noda, T. and Ohsumi, Y. (2000). A ubiquitin-like system mediates protein lipidation. Nature, 408, 488-492 (sci-hub)
P.S.: domani verrà assegnato il Nobel per la fisica. Se possibile, scriverò due righe a tal proposito più o meno alla stessa ora di oggi.
(1) da nobelprize.org

domenica 25 settembre 2016

Il (non) carnevale dela fisica #18

Lo so, lo so. Nell'ultima edizione Annarita ha ricordato che sarebbe stato un altro il blog che avrebbe ospitao l'edizione di fine settembre, ma c'era Science Backstage che continuava sussurrarmi a un oecchio: ma non mi scrivi più? ma non mi scrivi più? E allora ecco che qui, su SciBack (per gli amici!) la 18.ma edizione del (non) carnevale della fisica!
Visto che spesso mi ritrovo a scrivere di stelle sulle pagine dei (non) carnevali, e che mi piacerebbe stimolare Fabio a scrivere un po' più spesso, apro questa edizione con una lezione diastronomia, dove Fabio De Sicot recupera alcuni estrati di un'intervista che fece a Margherita Hack ai bei tempi di Caccia al fotone.
Nel 2006 nasceva Caccia al Fotone, e una delle prime puntate fu proprio in compagnia di Margherita Hack. Le feci qualche domanda sull'evoluzione stellare, e lei si sbizzarrì. Ne uscì una gloriosa e semplice (come nel suo stile) lezione di astronomia. E' un mio ricordo. Uno fra i tanti che si vedranno in rete. Ma per me vuol ancora dir molto.
Si prosegue con Gaia e il suo miliardo di stelle (evvai!) di Sandro Ciarlariello:
In questo post vedremo cos'è Gaia, come ha fatto a misurare le cose che ha misurato e cosa ci dicono i dati. Tenete comunque presente che questi sono solo i primi dati della missione; ovvero nei prossimi anni verranno resi pubblici dati sempre più aggiornati e inoltre, nel corso dei mesi prossimi, tantissimi astrofisici (non solo quelli legati strettamente alla missione Gaia) analizzeranno questi dati e quindi magari ne vedremo delle belle.
Sempre dedicato a Gaia il post di Marco Castellani su Gruppo locale
Un momento, ma chi è GAIA? No, non c’è speranza di incontrarla dal vero, perché non solo non è una persona (purtroppo, o per fortuna…) bensì un satellite dell’ESA, che attualmente orbita intorno al punto lagrangiano L2, un punto particolarmente importante di stabilità gravitazionale alle bellezza di un milione e mezzo di chilometri da Terra.
Andiamo su Medium con La storia della scoperta di Sgr A* di Michele Diodati:
Alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, i progressi tecnologici compiuti nell’esplorazione del cielo nelle frequenze dell’infrarosso consentirono di bucare per la prima volta in modo efficace la nera cortina di polveri che rende invisibile il centro galattico ai telescopi ottici.
Quindi Marco Fulvio Barozzi con La freccia del tempo:
Otto anni prima della morte di Newton, un altro Isaac, un protestante dissidente di nome Isaac Watts, pubblicò un libro di salmi, parafrasi e inni intitolato The Psalms of David: Imitated in the Language of the New Testament and Applied to the Christian State and Worship (1719). L’inno 58 così recita:

venerdì 10 giugno 2016

In orbita con il css

Mentre stavo sistemando il post sul problema dei 3 corpi e su come la sua soluzione sia legata alla teoria del caos, mi sono imbattuto in un interessante codice css scritto da Mark Howard grazie al quale è possibile inserire un pianeta con due lune che gli orbitano intorno senza alcuna necessità di incorporare animazioni flash o gif.
In particolare sono presenti due serie di comandi per indurre la rotazione della prima
@keyframes rotate {
to {
transform: rotate(360deg);
}
}
e della seconda luna
@keyframes rotate2 {
to {
transform: rotate(360deg);
}
}
Per implementare tutto sul blog, ho scritto un foglio di stile apposito, a disposizione per l'utilizzo di chiunque usando il seguente link https://cdn.jsdelivr.net/gh/ulaulaman/dropsea/css/planet.css (Aggiornamento del 29 dicembre 2020: il link precedente, su gdrive, non funziona più è l'ho sostituito usando un repository su github che ho creato ad hoc e che sto iniziando a utilizzare). Lo sfondo celeste, invece, è tratto da PSDGraphics e l'ho caricato sul mio picasa.
L'interesse per il codice, infine, è dovuto essenzialmente al recupero dell'animazione in flash che apre il post sui 3 corpi, che ho provveduto a scaricare grazie ad archive.org e caricare sul mio google drive, visto che quelli di Dynamic Diagrams, che avevano per primi realizzato il planetario digitale, l'hanno cancellato.

lunedì 30 maggio 2016

Sci-Hub: diffondere la conoscenza

Alla fine dell'incontro, quando viene invitata ad allargare il riquadro della connessione skype per salutare le persone che hanno assistito alla sua presentazione, con quello sfondo bianco e asettico sulle spalle mi lascia la sensazione di una piccola terrorista: è Alexandra Elbakyan, fondatrice nel 2011 di Sci-Hub, il sito che pirata gli articoli scientifici, che deve nascondersi in una località segreta a causa di una denuncia fatta da Elsevier, il tristemente noto editore di riviste scientifiche, per violazione di copyright
La nascita di Sci-Hub, che si può raggiungere usando tre indirizzi differenti (.io, al momento sospeso, .cc e .bz, cui aggiungo anche l'account twitter, quello facebook e quello vk) è la risposta alla necessità di Alexandra di leggere gli articoli nel suo campo necessari per portare a termine il suo lavoro, ma generalmente irraggiungibili a causa degli alti costi di lettura (mancata sottoscrizione dell'abbonamento da parte delle istituzioni locali da un lato e costi di acquisto degli abbonamenti o dei singoli articoli insostenibili per un ricercatore singolo).
A queste necessità, che dobbiamo immaginare ancora più alte per un paese in via di sviluppo, si vanno poi ad aggiungere una serie di critiche che nascono ragionando sulla struttura del mercato dell'editoria scientifica: in pratica la maggior parte delle ricerche vengono finanziate con soldi pubblici e producono una serie di articoli che vengono successivamente sottomessi alle varie riviste di settore; dopo un primo esame da parte dell'editor, questi articoli vengono girati a dei revisori, che, in maniera completamente gratuita, rileggono e controllano ogni parte prima di approvarne la pubblicazione; una volta approvato, un articolo esce sia sulla versione cartacea sia su quella on-line, entrambe accessibili a pagamento. In tutto questo processo gli editori hanno delle spese limitate esclusivamente alla versione cartacea, alle spese per la redazione e alla manutenzione dei server e dei database.
Ragionando su queste spese, ci si chiede poi perché gli editori continuano a mantenere un prezzo di acquisto per articoli vecchi, non necessariamente presenti nelle biblioteche universitarie e che sono ordinabili solo attraverso il sistema interbibliotecario, lì dove è esistente, arrivando spesso come fotocopie e non in un più pratico e meno dispendioso formato digitale (certo c'è da dire alcune riviste permettono agli account gratuiti di accedere all'archivio dei propri articoli a partire da 10 anni fa fino alla fondazione, o altre, durante le settimane del Premio Nobel, rendono liberamente scaricabili i propri articoli).
Guardando a tutto questo, la sensazione è allora che si sia creato un profondo squilibrio tra gli editori che dovrebbero diffondere la conoscenza e i ricercatori che la producono e vorrebbero che questa avesse la maggior diffusione possibile.
Probabilmente è proprio in questo squilibrio che va ricercato il grande successo di Sci-Hub praticamente in tutto il mondo e non solo nei paesi dove, per vari motivi, è difficile reperire gli articoli scientifici. D'altra parte sono proprio i ricercatori stessi che mettono a disposizione di Sci-Hub gli account accademici che permettono di scaricare legalmente gli articoli scientifici, poi messi a disposizione della comunità:
Elbakyan declined to say exactly how she obtains the papers, but she did confirm that it involves online credentials: the user IDs and passwords of people or institutions with legitimate access to journal content. She says that many academics have donated them voluntarily. Publishers have alleged that Sci-Hub relies on phishing emails to trick researchers, for example by having them log in at fake journal websites. "I cannot confirm the exact source of the credentials," Elbakyan told me, "but can confirm that I did not send any phishing emails myself."(1)
L'alternativa all'attuale modello di diffusione della scienza è indubbiamente fornito dalle licenze creative commons utilizzate nel modello dell'open access: a mio giudizio il problema dell'oa in questo momento è dovuto soprattutto ai costi di sottomissione, ancora troppo elevati rispetto a quelli, nulli, dell'editoria tradizionale, sebbene qualcosa in questo senso si sta muovendo grazie a editori che chiedono solo un pagamento iniziale (ad esempio PeerJ).
La strada per una reale diffusione della scienza è, purtroppo, ancora lunga: si deve sperare che il Napster degli articoli scientifici riesca a rendere questo percorso un po' più breve. Rispetto all'epoca di Napster, però, potrebbe esserci una differenza fondamentale: i pirati non sono semplici utilizzatori, ma coloro che realizzano il prodotto "articolo scientifico" che viene, poi, piratato!
Before Sci-Hub, all research papers - millions of them - were paywalled and inaccessible. Now all of them can be read, freely
(via twitter)
(1) Bohannon, J. (2016) Who's downloading pirated papers? Everyone. Science. DOI: 10.1126/science.aaf5664

martedì 26 aprile 2016

Chernobyl: 30 anni dal disastro


Dalla copertina del libro Life Exposed: Biological Citizens after Chernobyl di Adriana Petryna
A 30 anni esatti dal disastro di Chernobyl, Silvia Kuna Ballero su Scientificast racconta della particolare "riserva naturale" che in questi decenni si è andata a creare nelle zone del disastro. L'incidente avvenne a seguito di una esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare locale, disperdendo nell'atmosfera una grande quantità di isotopi radioattivi e generando una nube radioattiva che raggiunse vari paesi europei, tra cui anche l'Italia, e persino la costa orientale del Nord America.
Gli effetti sull'ambiente sono stati devastanti con l'evidenza di una serie di mutazioni presenti con un tasso superiore alla media sua per quel che riguarda flora e fauna (che, come emerge dal post di Silvia si sta riprendendo in maniera ottima), sia per quel che riguarda gli esseri umani. A tal proposito ho scovato un paio di articoli di Yuri Dubrova et al., uno del 1996 (Human minisatellite mutation rate after the Chernobyl accident - pdf) e l'altro del 2002 (Elevated Minisatellite Mutation Rate in the Post-Chernobyl Families from Ukraine) che confermano un raddoppio delle mutazioni nella popolazione limitrofa alla centrale.
Nonostante questi dati, però, c'è gente che continua a vivere nella hot zone. Una testimonianza di queste persone che non hanno alcuna voglia di abbandonare la loro casa la potete trovare sul pluripremiato documentario del 2015 The Babushkas of Chernobyl, realizzato da Holly Morris e Anne Bogart (qui sotto il trailer, via nrdc.org):