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mercoledì 22 aprile 2009

Ritratti: Rita Levi-Montalcini

Rita Levi-Montalcini nel 1965
E' una delle scienziate italiane più note ed apprezzate anche all'estero e proprio oggi, 22 aprile 2009, in un anno eccezionale per la scienza, compie 100 anni! Auguri alla nostra signora della scienza, vincitrice nel 1986 del Nobel per la medicina insieme al biochimico statunitense Stanley Cohen.
Questa la motivazione del prestigioso premio:
La scoperta del NGF all'inizio degli anni Cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell'organismo.
Rita Levi-Montalcini, laureatasi nel 1936 in medicina e chirurgia a Torino, studia presso Giuseppe Levi, per poi trasferirsi in Belgio nel 1938 a causa delle leggi razziste del regime fascista: qui resterà fino all'invasione nazista presso l'Università di Bruxelles. Tornata in Italia, a Torino, allestisce un piccolo laboratorio tra le colline intorno ad Asti, dove insieme al suo maestro Giuseppe Levi inizia i suoi studi sul sistema nervoso dei vertebrati, facendo esperimenti sui polli.

venerdì 10 aprile 2009

Il ritorno degli assioni

Non è il seguito di un film di fanta-horror di anta anni fa, ma il ritorno improvviso di una particella teorica molto particolare. Partiamo dall'inizio:
L'interazione forte, come mostrato da Gerardus 't Hooft, possiede una struttura che, in principio, consente la violazione delle simmetrie CP: coniugazione di carica (scambio tra particella e corrispondente antiparticella) e parità (inversione delle coordinate spaziali). Tale violazione dovrebbe indurre un momento di dipolo elettrico nel neutrone, che però non è stato ancora osservato: ciò vuol dire che l'effetto è estremamente debole o assente. All'interno delle equazioni del Modello Standard, comunque, compare un termine che è responsabile di tale violazione.
Nel 1977 Roberto Peccei e Helen Quinn hanno proposto una soluzione matematicamente più elegante al problema, e che richiama ancora una volta il concetto di rottura di simmetria: l'idea, molto semplice in sé, è quella di trattare il termine di cui sopra come una vera e propria particella, chiamata assione da Frank Wilczek.
L'assione, come la particella predetta da Higgs con un meccanismo che non dovrebbe essere molto differente, è un bosone, ovvero una di quelle particelle messaggero che trasportano le interazioni e le informazioni nell'universo del Modello Standard.
Come per ogni particella teorica prevista, è partita la caccia anche per gli assioni: uno dei primi esperimenti ad interessarsi alla sua ricerca è PVLAS, esperimento ideato nel 1986 da Luciano Maiani, Roberto Petronzio, Emilio Zavattini. Nel 2007, però, Carlo Rizzo e colleghi del CNRS in un articolo caricato su arXiv, No light shining through a wall, asseriscono che le conclusioni dell'esperimento italiano (la massa dell'assione doveva essere intorno a 1-1.5 MeV) erano errate (vedi anche Experimental observation of optical rotation generated in vacuum by a magnetic field). Eppure gli assioni sembrano tornare alla ribalta con alcune recenti evidenze sperimentali.

sabato 4 aprile 2009

Galileo: oroscopi e cannocchiali


Titolo: Oroscopi e cannocchiali
Autore: Andrea Albini
Edizione: Avverbi Edizioni
Sul finire del 2008 esce per Avverbi Edizioni Oroscopi e cannocchiali di Andrea Albini: senza alcuna pretesa di voler scrivere una biografia completa dello scienziato pisano, Albini ci narra il rapporto tra Galileo Galilei e l'astrologia. E la lettura non solo è soddisfacente, ma è anche esaustiva, a differenza delle scarse e scarsamente documentate informazioni sull'argomento presenti in Galilei, divin uomo di Antonino Zichichi.
Albini fa una ricerca storica come poche: esaminando le opere di Galileo e una gran mole di saggistica scritta da autori italiani e stranieri sul nostro fisico, ricostruisce il rapporto di Galileo con l'astrologia, tracciandoci un quadro particolare non solo dello scienziato, ma anche dell'epoca in cui ha vissuto.
Galilei, come ho anche avuto modo di scrivere, interpretava l'astrologia in termini utilitaristici: era utile per incassare maggior denaro, che utilizzava spesso per la sua famiglia (la madre, il fratello scialacquatore, la convivente e le figlie) e per mantenere un tenore di vita agiato, ma anche e soprattutto per mantenere dei buoni rapporti con i personaggi più in vista del tempo che affidavano spesso le decisioni importanti agli oroscopi e alle previsioni astrologiche. In effetti l'astronomia moderna difficilmente sarebbe quello che è oggi senza l'astrologia, ma solo grazie a Galileo l'osservazione scientifica del cielo ha iniziato a distaccarsi dall'astrologia in maniera netta e definitiva. Galileo riteneva, in effetti, che l'astrologia non fosse scienza né lo potesse diventare: tra le sue carte astrologiche, infatti, emerge, come ben scrive Albini, un interesse prettamente matematico verso le carte natali: la maggior parte degli astrologi, invece, pur tenendo da conto i complessi calcoli matematici, sfruttavano di più le loro doti di psicologi per raccontare al cliente quello che voleva sentirsi dire. Prova ne sono i temi natali opportunamente modificati da molti illustri astrologi del passato.
La rivoluzione del moderno pensiero scientifico, come l'astrologia abbia portato problemi a Galileo, e il piccolo ruolo che potrebbe aver avuto nel famoso processo dell'abiura di Galileo, il rapporto con i suoi colleghi: tutto questo è contenuto in Oroscopi e cannocchiali, uno sguardo scientifico su Galileo e sull'astrologia che da disciplina antica e degna di rispetto (dice qualcuno) è oggi diventata un insieme di sciocchezze (ma lo era anche prima!) che, nonostante tutto, hanno ancora presa sul pubblico. Lettura, quindi consigliata, non solo agli amanti della scienza, ma anche a chi, ogni mattina aprendo, il giornale per prima cosa legge l'oroscopo di un mondo rimasto ancora a Tolomeo!