Questa la motivazione del prestigioso premio:
La scoperta del NGF all'inizio degli anni Cinquanta è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell'organismo.Rita Levi-Montalcini, laureatasi nel 1936 in medicina e chirurgia a Torino, studia presso Giuseppe Levi, per poi trasferirsi in Belgio nel 1938 a causa delle leggi razziste del regime fascista: qui resterà fino all'invasione nazista presso l'Università di Bruxelles. Tornata in Italia, a Torino, allestisce un piccolo laboratorio tra le colline intorno ad Asti, dove insieme al suo maestro Giuseppe Levi inizia i suoi studi sul sistema nervoso dei vertebrati, facendo esperimenti sui polli.
Oggi si direbbe: è un simbolo della fuga dei cervelli, di come in Italia i tempi non siano mai cambiati. In realtà è un simbolo di come il mondo scientifico dovrebbe funzionare sempre: uno scambio continuo di informazioni, anche con collaborazioni con gruppi di ricerca scientifici anche lontani tra loro.
Infatti dal 1947 al 1977 lavora presso il Dipartimento di Zoologia dell'Università Washington in Missouri: è qui che svolgerà le ricerche che le frutteranno il Nobel nel 1986. Quel primo viaggio del 1947 lo compirà, su nave, insieme all'altro Premio Nobel Renato Dulbecco, suo amico e anch'egli allievo di Giuseppe Levi. Fu proprio la vicinanza di Dulbecco, che insieme all'altro Nobel della scuola torinese di Levi, Luria, era a Bloomington, e il fruttuoso e reciproco scambio di idee tra i due ricercatori che consentì loro di portare avanti con successo le loro idee, anche così lontani da casa.
Questo suo essere lontana dall'Italia, comunque, non le impedisce di collaborare con il CNR, che dirige dal 1961 fino al 1969.
Il suo genio indiscusso, la sua brillantezza intellettuale, la rendono ancora oggi un simbolo per la scienza in generale, non solo per quella italiana. Il suo carisma, comunque, va ben oltre il ristretto ambito scientifico: oltre ad essere stata nominata nell'agosto del 2001 senatrice a vita (ruolo che, quando può, ha sempre ricoperto con grande partecipazione, spesso schierandosi anche nettamente, ma sempre a favore della scienza), è anche membro di alcune delle più prestigiose accademie scientifiche, iniziando dalla nostrana Accademia dei Lincei, senza scordare la National Academy of Sciences negli Stati Uniti, o la Royal Society britannica.
E' un esempio per ognuno di noi, scienziato e non: a tal proposito vorrei segnalare questa piccola curiosità. Nel 2007 la Lega Nord, quasi contemporaneamente con le affermazioni di Storace sulla scienziata, propose un emendamento alla finanziaria per eliminare gli stanziamenti in favore della fondazione EBRI un centro di ricerca sul cervello. La senatrice, presentatasi in aula al momento della votazione dell'emendamento, così ha dichiarato per motivare la sua non partecipazione al voto:
Signor Presidente, io non voterò, ma ringrazio molto quanti si rendono conto dell'attività svolta dall'istituto EBRI per la scienza italiana. Sono veramente molto grata a tutti coloro che si rendono conto di quanto stiamo facendo per la scienza, che mai è stata così utilmente portata avanti. Grazie infinite.Una lezione di stile a tutti i politici, che comunque hanno respinto l'emendamento a larga maggioranza (173 contro, 75 a favore, 57 astenuti).
Buon compleanno, professoressa!
Nessun commento:
Posta un commento