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giovedì 12 febbraio 2009

Ritratti: Charles Darwin


Ritratto realizzato in Italia intorno al 1890
Da buon appassionato di Paolo Bonolis, che seguo fin dai tempi di Bim Bum Bam, sono stato molto tentato quasi fino all'ultimo minuto di chiamare questo post Ciao, Darwin! come la fortunata trasmissione del conduttore romano. Poi, al momento della stesura di questo articolo ho optato per una soluzione più seria: in fondo l'evento che ci apprestiamo a festeggiare ne è decisamente degno.
Questo, infatti, non è solo l'anno astronomico (ce ne sarà di tempo, per parlarne) ma è anche l'anno di Charles Darwin e della sua teoria dell'evoluzione. Infatti il 12 febbraio del 1809, esattamente 200 anni fa, nasceva Charles Darwin, divenuto famoso come naturalista e scopritore dell'evoluzione così come oggi la conosciamo. Le sue idee vennero pubblicate ne L'origine della specie, la cui prima pubblicazione risale al 1859, ovvero 150 anni fa: il 2009 è, quindi, un annus mirabilis per la scienza in generale.
La storia di Darwin potrebbe sembrare alquanto singolare, ma lo accomuna ad altri illustri dilettanti, nel senso che la loro formazione o il loro percorso iniziale nulla aveva a che fare con il lavoro per cui sono diventati noti. In effetti, nonostante il nonno di Charles, Erasmus, fosse stato uno dei molti scienziati che prima di Darwin proposero idee evoluzioniste, il padre Robert costrinse il figlio a studiare teologia. Solo grazie al suo forte carattere Charles riuscì a imbarcarsi sul Beagle come naturalista per un viaggio di 5 anni che gli avrebbe permesso di raccogliere le prime osservazioni alla base della sua teoria: era il 1831.
Ci vollero quindi ben 28 anni per mettere ordine alle sue teorie e soprattutto per realizzare una serie di esperimenti per confermarle, utilizzando come base i piccioni, una specie che Darwin ben conosceva e i cui caratteri erano facilmente e velocemente modificabili. La semplicità dello stile di Darwin e la cura scientifica nella raccolta delle prove consentirono alla prima edizione de L'origine della specie di andare letteralmente a ruba: la prima vera rivoluzione scientifica dai tempi di Galileo Galilei, Isaac Newton e Johannes Kepler aveva iniziato a muovere i suoi passi, e come i suoi predecessori, anche Darwin sarebbe stato attaccato per le sue idee da quelli che oggi chiamiamo creazionisti. In fondo l'idea di base della teoria di Darwin, la selezione dei caratteri ereditari più adatti alle condizioni ambientali esterne, e il loro cambiamento graduale a salti infinitesimi e non a salti netti, era un altro colpo all'immodestia e all'egoismo del genere umano: l'accettazione, in ogni caso critica, della teoria darwiniana non era solo un atto di scienza pura, ma anche di umiltà. Gli uomini, al pari di tutto il mondo naturale, erano e sono parte di un'unica origine, indipendentemente dai caratteri distintivi della nostra specie.
La rivoluzione darwiniana, comunque, ha colpito moltissimo il nostro paese, anche perché il nostro stesso paese ha avuto una piccola parte attiva nella rivoluzione darwiniana: basti pensare alle prime idee di Giovanni Battista Brocchi in Conchiglia fossile subappennina del 1814, o alle critiche costruttive di Federico Delpino, recepite da Darwin al punto che il suo saggio Sulla darwiniana teoria della pangenesi venne fatto tradurre in Inghilterra proprio grazie al naturalista inglese.
L'Italia è stato uno dei primi paesi ad accogliere positivamente la teoria dell'evoluzione, e anche uno dei paesi in cui le discussioni tra evoluzionisti e creazionisti furono tra le più accese, e in questo senso è dunque giusto che la mostra Darwin 1809-2009, dopo un viaggio nelle principali capitali europee, apra proprio oggi a Roma al Palazzo delle Esposizioni. La mostra, organizzata nel 2006 dall'American Museum of Natural History di New York, resterà nella capitale italiana fino al 3 maggio per riaprire i battenti a Milano , alla Rotonda della Besana, il 6 giugno e fino al 24 novembre . E speriamo che, in questo modo, l'Italia ritrovi il feeling perduto con Darwin e la scienza.

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