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sabato 10 luglio 2010

Il pianeta minorenne

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Eta Beta, vero e letteralmente unico Uomo del domani del fumetto statunitense, giunge dal futuro nel presente nella Topolinia di fine anni Quarante del XX secolo attraverso una caverna, un foro nella Terra. Da allora il simpatico personaggio ideato da Bill Wlash e Floyd Gottfredson ha imperversato per tre anni nelle strisce del Topolino quotidiano, diventando anche occasione per i due autori per parlare di fantascienza e dunque anche di scienza. Abbiamo già visto Eta Beta alle prese con le invenzioni grazie all'atombrello, causa dei loro problemi con la Spia Poeta. Dopo quell'esperienza Topolino intima all'amico di non inventare più, però il richiamo dell'attività manuale è troppo forte e così a partire dalla striscia dell'8 marzo 1949, la seconda della storia, Topolino ed Eta Beta nel pianeta minorenne (Mickey Mouse and Eega Beeva in "Be-Junior and the Aints") Eta riprende in mano martello e fiamma ossidrica per costruire all'amico una macchina più veloce ed efficiente. Il progetto, però, muta molto rapidamente nella costruzione di un razzo lunare dopo aver visto su un giornale del nipote di Topolino, Tip, la rappresentazione delle presunte seleniti, le abitanti della Luna.
Così 20 anni prima della missione sulla Luna di Armstrong e compagni, Topolino ed Eta Beta si avviano verso il nostro satellite, e inizia un'avventura tra scienza, fantascienza e un pizzico di fantasy. Andiamo però con ordine e il primo approccio con la scienza, non ben approfondito dai due cartoonist disneyani, è con la velocità di fuga:
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Topolino: Svegliati, Eta Beta! Guarda! Stiamo andando a 3300 chilometri all'ora!
Eta Beta: Pmmm? Psolo 3300? ... Avevo pdimenticato di ptogliere il pfreno!
E così il razzo inizia ad andare a velocità doppia rispetto a quella precedente, che però non è ancora sufficiente a superare la velocità di fuga necessaria per abbandonare il pianeta. Nel caso della Terra la velocità di fuga, ovvero quella velocità necessaria per sfuggire alla sua attrazione gravitazionale, è pari a poco più di 40000 km/h e quindi troviamo un primo errore fisico evidente.
La velocità di fuga, in ogni caso, è semplice da calcolare, partendo dall'equazione di conservazione dell'energia: eguagliando l'energia cinetica del razzo una volta che questi si è sottratto all'influenza della gravità terrestre, con l'energia potenziale gravitazionale che agisce sul razzo stesso sulla superficie del pianeta, si ottiene la seguente equazione risolutiva: \[\frac{1}{2} m v_f^2 = G \frac{Mm}{r}\] Da questa, considerando la velocità come nostra incognita, si ottiene la velocità di fuga dal pianeta considerato (basta variare M massa del pianeta).
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Il viaggio dei nostri eroi, però, continua ed ecco che improvvisamente devono pur mangiare e il 24 marzo sperimentano gli effetti dell'assenza di gravità sul cibo, mentre due giorni dopo incontrano una strana barriera gelatinosa che circonda la Terra che lascia passare le meteore ma abbastanza consistente da bloccare il razzo di Eta Beta (quasi una anticipazione della barriera che anni dopo utilizzerà Galactus per circondare il pianeta prima di divorarlo sulle pagine di Fantastic Four).
Anche il resto del viaggio propone concessioni fantasiose al genere fantascientifico, oserei dire alla Douglas Adams, fino all'arrivo nei dintorni della Luna, che però i nostri mancano per finire su un pianetino che si trova alle spalle del nostro satellite. Quindi 20 anni prima dell'allunaggio di Armstrong e Aldrin e dieci prima della missione di Zio Paperone, conclusasi anch'essa con un viaggio su un pianetino alle spalle del nostro satellite, Topolino ed Eta Beta conquistano lo spazio, giungendo su un fantastico pianeta dove gli esseri umani, sconfitti da una razza di orsi, hanno letteralmente perso la faccia.
Accolti da una ragazza senza volto, ecco il dialogo tra i nostri due eroi:
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Topolino: Perbacco... Su questo pianeta la gente è senza volto! Guarda quella ragazza!
Eta Beta: Pbellissima!
Topolino: Ma, Eta... Come puoi dire che è bella, se non ha la faccia?
Eta Beta: E' psemplice! Non ha pfaccia... perciò non può essere pbrutta... pquindi... pdeve essere pbella!
Topolino: Sembra logico... almeno credo...
E a voi, cari lettori? Dove si trova, se c'è, l'errore nel ragionamento di Eta?
Ultimo quesito interessante su cui soffermarsi, quesito che ci riporta con prepotenza alla fisica, è la questione dei proiettili e delle frecce, che sparati da Eta Beta e Topolino presentano una gittata estremamente breve. Come possiamo spiegarla?
Innanzitutto vediamo la gittata di un proiettile: \[s = \frac{1}{2} a t^2 + v_0 t\] Trascurando l'accelerazione del proiettile, si può quindi considerare lo spazio percorso dipendente sostanzialmente dalla velocità e dal tempo. Questo potrà essere piccolo o perché il tempo di volo è piccolo o perché la velocità del corpo è bassa (o per entrambi i motivi). Il primo caso si potrebbe supporre in presenza di uan gravità estremamente alta, il secondo caso in presenza di un forte attrito che rallenta anche i proiettili più aereodinamici. Entrambe le soluzioni, però, mal si adattano al fumetto di Walsh e Gottfredson perché da una parte Eta Beta e Topolino si muovono agevolmente sulla superficie planetaria, senza problemi dovuti alla forte gravità o al grande attrito, dall'altra nel momento della battaglia, i proiettili lanciati dagli autoctoni volano senza alcun problema.
Lascio a questo punto ai lettori il compito di pensare a soluzioni alternative, plausibili o fantasiose che siano, in attesa del prossimo appuntamento scientifico insieme con il Mickey Mouse di Walsh e Gottfredson.

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