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domenica 14 giugno 2009

Il pendolo di Skoda

Nel 1583 Galileo Galilei scoprì l'isocronismo del pendolo. La leggenda vuole che Galilei ebbe l'intuizione osservando le oscillazioni di una lampada nella navata centrale del Duomo di Pisa. A quel punto ecco il pendolo, uno strumento semplicissimo costituito da una corda e da un pesetto legato a un capo del filo, mentre l'altro viene fissato.
Il pendolo è però uno strumento complesso da studiare ed è possibile trovare una soluzione semplice al problema, la periodicità delle oscillazioni, solo se si fa l'approssimazione delle piccole oscillazioni.
In questo caso la legge per calcolare il periodo è data dall'equazione: \[T = 2 \pi \sqrt{\frac{l}{g}}\] dove $T$ è il periodo di oscillazione, $l$ la lunghezza del filo e $g$ l'accelerazione di gravità.
Come si può notare il periodo di oscillazione non dipende dalla massa del pesetto, ma solo dalla lunghezza del filo: questa equazione può essere determinata con dei calcoli o nello stesso modo con cui la scoprì Galileo (anche se per scriverla non usò lo stesso simbolismo, ma la descrisse a parole), ovvero con dei semplici esperimenti.
E' proprio pensando al pendolo che lo scultore contemporaneo Vladimir Skoda ha realizzato la sua scultura in occasione dell'anno galileano e che il comune di Pisa ha installato all'aereoporto della città. L'opera, installata il 20 aprile 2009, dal titolo Galileo-Galilei, resterà esposta al pubblico fino al 30 ottobre.
Skoda ha progettato questa installazione-scultura compiendo una sorta di trasformazione del linguaggio scientifico in linguaggio estetico, e ricorrendo anche all’evocazione degli strumenti dello scienziato italiano. Vediamo come.
La scultura è composta da uno specchio concavo posto dietro la sfera d’acciaio dorata di un pendolo le cui oscillazioni riflesse creano delle visioni di uno spazio inesplorato: ora sembra di vedere un globo dorato e trasparente, ora una rappresentazione distorta dell'ambiente circostante.
Il richiamo di Skoda a Galileo Galilei si ritrova non solo nell'utilizzo del pendolo, ma anche nella peculiare installazione della scultura, che suggerisce l'idea di corpi celesti legati tra loro da forze d'attrazione e pulsazioni di energia. In questa come in altre sculture l'artista crea dunque, dei microuniversi per i quali ci suggerisce dei punti di riferimento fissi da utilizzare per avere un sistema di coordinate con il quale organizzare l'apparente caos generato dalle parti in movimento dell'installazione.
(da Omaggio a Galileo)
Così, dopo il pendolo di Foucault che da strumento scientifico per dimostrare la rotazione della Terra è in pratica entrato a far parte dell'arte e della letteratura, ecco che il percorso, in un certo senso si chiude, con lo scultore Skoda che utilizza il pendolo non per un esperimento, ma per un'opera d'arte vera e propria.
Per la gioia di tutti coloro che arriveranno nella città di Galileo volando!

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