All'interno dell'e-learning si distinguono una serie di tecniche e di pratiche differenti, una di queste è il così detto learning object, che può essere definito come una lezione, on-line o meno che sia (in effetti ci sono molti che considerano LO anche una lezione in presenza, magari non necessariamente una di quelle uniformate con i programmi ministeriali).
Si può fornire, però, anche una definizione un po' più precisa degli LO, che
(...) possono essere considerati degli oggetti di apprendimento digitali e non (solo digitali per alcuni autori) che perseguono un obiettivo formativo specifico, utilizzati sia da docenti, sia da studenti in modo indipendente e senza una sequenza predefinita.Questa definizione, anche se non è data formalmente come definizione, è tratta da Il progetto @pprenderedigitale e i Learning Objects di Annarita Ruberto. Di definizione formale, in effetti, non ne esiste una univoca, come avrete capito, e la stessa Annarita ne fornisce tre, le principali in effetti.
Sugli LO, in effetti, c'è una certa confusione anche per il protocollo da utilizzare e seguire per l'effettiva realizzazione; ognuno di questi protocolli o standard, poi, ha anche un ulteriore problema di fondo, appoggiandosi ai metadati. Chiunque mastichi un po' il web sa che i metadati sono (o cercano di essere) un sistema di classificazione delle risorse presenti sulla rete per rendere le ricerche migliori e avvicinarsi all'ipotetico web semantico. Scritti in XML, un linguaggio che cerca di essere il più naturale possibile (in un certo senso si rifanno alla logica secondo Wittgenstein), i metadati sono centrali nei protocolli DCMES (Dublin Core Metadata Element Set), IEEE/LOM P1484.12, e SCORM, in particolare nella sua edizione 2004. E' quest'ultimo, tra tutti gli standard, quello che sta prendendo piede, ed è per questo che vi propongo una presentazione (o webinar, nei termini dell'e-learning, visto che è una presentazione fatta su web, con possibilità di interagire con il conferenziere anche a distanza) realizzata da Francesco Pucci e Andrea Lorenzon. Per realizzare un LO si utilizzano programmi dedicati: uno dei più utilizzati, che presenta anche una (non perfetta) localizzazione italiana è eXeLearning, cui scopro, sempre grazie ad Annarita, si affianca Xerte. Variazioni sugli LO, poi, sono webquest (semplificando: delle ricerche da fare on-line, con una linea guida da seguire in ogni caso), i webinar di cui sopra: mentre nel primo caso il controllo sul lavoro svolto è spesso fatto dall'insegnante in presenza e successivamente dai lettori in rete del lavoro prodotto, nel secondo caso siamo in presenza di una lezione vera e propria dove manca il momento di autoverifica dei concetti appressi. In effetti è questo momento di autocontrollo che caratterizza gli LO rispetto a presentazioni e webinar, rendendolo comunque qualcosa di simile, ma diverso da una lezione tradizionale.
Ovviamente non è la soluzione ai problemi dell'insegnamento, ma un valido aiuto nel percorso di chiunque abbia voglia di diffondere la conoscenza.
Per maggiori dettagli e per esempi, esplorate le corrispondenti etichette su Scientificando e Matem@ticamente.
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