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mercoledì 3 novembre 2010

I 100 strumenti per l'insegnamento

E' uscita la classifica dei 100 strumenti utili per l'insegnamento, redatta da Jane Hart. Ne da notizia Annarita Ruberto, che in fondo al post propone la carrellata di tutti i 100 software. Rilevanti sono le primissime posizioni, dove sono presenti strumenti che non sono nati espressamente per la didattica: Twitter al primo posto (confermato rispetto allo scorso anno), seguito da Youtube (che consolida il podio), e quindi Google Docs.
Al quarto posto, poi, ecco delicious, e poi al 5.o slideshare, il primo strumento propriamente didattico della classifica. E' sorprendente, poi, trovare Google Reader al 7.mo posto (anche se è sempre rimasto nelle posizioni alte della classifica, sin da quando è stata ideata nel 2007), mentre è significativa la crescita di facebook che dal 31.mo dello scorso anno arriva al 9.o posto. Chiude la top ten Moodle, uno degli strumenti più noti e utilizzati per la creazione di corsi on-line. E', a tutti gli effetti, uno strumento nato e realizzato appositamente per la didattica: può essere scaricato e installato su un apposito server, ma esistono anche dei siti che consentono l'hosting e l'installazione (gratuita o meno) di un sistema moodle minimale da personalizzare entro i limiti del piano tariffario scelto.
Di tutta la classifica, però, ho selezionato alcune applicazioni che mi sono sembrate interessanti e di queste, oggi, cercherò di parlare brevemente, sperando di tornare in futuro su alcune di esse, quanto meno su quelle che avrò avuto modo di approfondire.
Alternativo a delicious, diigo propone qualcosa di più, aggiungendo al salvataggio e condivisione di link, anche la possibilità di mettere note, evidenziare parti del testo, anche usando elementi grafici, con una integrazione con i principali sistemi operativi alla base degli smart phone.
E passiamo al prossimo, Glogster, una semplice applicazione on-line che ha un unico compito: realizzare poster. Così come Prezi (12.mo nella classifica) è uno strumento molto utile e interessante per la realizzazione (e condivisione) di presentazioni, così Glogster lo è per i poster (è possibile utilizzare anche la versione espressamente dedicata per gli insegnanti).
Un giochino, più un passatempo direi, è Wordle: basta inserire un testo, o una pagina web, o un feed rss, o un account delicious per ottenere una nuvola con le parole e le tag utilizzate.

mercoledì 6 ottobre 2010

Foldit: il gioco della chimica

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Innanzitutto un ringraziamento a Giovanni Ornaghi per la segnalazione di questo bello e interessante progetto, a metà strada tra un gioco e una attività didattica. Foldit, infatti, rappresenta un ottimo progetto didattico che può essere svolto sia in classe sia a casa, fungendo quindi sia da strumento per aggiornare le lezioni sia per proseguire lontano dalla scuola in perfetto stile e-learning.
Foldit, come forse avrete immaginato, è un gioco dedicato alla chimica, dove bisogna ricostruire i legami, sistemare la struttura geometrica delle proteine e delle molecole, rimettere a posto il codice genetico. All'inizio, subito dopo l'iscrizione, ci si trova a dover affrontare 29 puzzle con i quali si entra in confidenza con il gioco, che può essere svolto sia on-line, chattando così anche con altri utenti in quel momento in linea, sia off-line.
In ogni caso, per completare l'installazione e perfezionare l'iscrizione al server, è necessario essere collegati alla rete.
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Il gioco, però, non ha solo un'importanza ludico-didattica, ma anche delle importanti ricadute sulla ricerca.
Si legge, infatti, nella pagina dedicata alla scienza che sta alla base del programma:
Foldit tenta di predire la struttura di una proteina avvantaggiandosi delle intuizioni umane nella risoluzione di puzzle e contando sulla competitività dei giocatori nel piegare al meglio le proteine.
Ci si potrebbe chiedere se tale modo sia sufficiente. La risposta è pronta:
Stiamo collezionando dati per trovare se il riconoscimento delle strutture degli umani e la capacità di risolvere puzzle ci rende più efficienti dei programmi al computer esistenti dedicati. Se ciò risulterà vero, potremo allora insegnare strategie umane ai computer e piegare le proteine più velocemente di prima!
Quindi, ragazzi, internauti, nerd e geek, che aspettate? Tutti a giocare con Foldit!
E nel frattempo date un'occhiata a un paio screenshot scattati da giocatori durante la mia prima sessione di gioco on-line.

martedì 7 settembre 2010

Introduzione allo SCORM

L'acronimo SCORM sta per Shareable Content Object Reference Model, letteralmente Modello di Riferimento per gli Oggetti di Contenuto Condivisibili, una serie di specifiche su come diffondere e rendere condivisibile del contenuto. La definizione e il protocollo in questione, perché di questo si parla, nasce e si sviluppa all'interno del mondo dell'e-learning, ovvero quel mondo vasto e ancora poco definito dell'insegnamento a distanza. Personalmente preferisco definire l'e-learning come diffusione del sapere, un qualcosa di un attimino più formale di un blog scientifico o comunque divulgativo come questo.
All'interno dell'e-learning si distinguono una serie di tecniche e di pratiche differenti, una di queste è il così detto learning object, che può essere definito come una lezione, on-line o meno che sia (in effetti ci sono molti che considerano LO anche una lezione in presenza, magari non necessariamente una di quelle uniformate con i programmi ministeriali).
Si può fornire, però, anche una definizione un po' più precisa degli LO, che
(...) possono essere considerati degli oggetti di apprendimento digitali e non (solo digitali per alcuni autori) che perseguono un obiettivo formativo specifico, utilizzati sia da docenti, sia da studenti in modo indipendente e senza una sequenza predefinita.
Questa definizione, anche se non è data formalmente come definizione, è tratta da Il progetto @pprenderedigitale e i Learning Objects di Annarita Ruberto. Di definizione formale, in effetti, non ne esiste una univoca, come avrete capito, e la stessa Annarita ne fornisce tre, le principali in effetti.