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giovedì 13 gennaio 2011

Wikipedia: rivoluzione irreversibile

Forse è un ben strano modo per festeggiare i 10 anni della Wikipedia, ma in fondo sono un wikipediano, e ne sono fiero! E questo è il modo che ho scelto di partecipare.
Jimmy Wales su Nature
Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, su Nature del 2005
Massimo Mantellini scrive sulla Wiki (anche su Punto-Informatico) partendo da un servizio anti-Wikipedia del Tg5 di alcune settimane fa. Nel suo articolo cita uno studio su Nature relativo proprio alla Wiki, incuriosendomi e non poco. Mi sono, così, messo a cercare ed eccolo qui, l'articolo, introdotto da un apposito editoriale: Special Report: Internet encyclopaedias go head to head di Jim Giles, che esordisce più o meno così:
Una delle storie più straordinarie dell'era di internet è quella di Wikipedia, un'enciclopedia libera online che chiunque può editare. Questa pubblicazione radicale e in rapida crescita, che include circa 4 milioni di voci(1), è ora una delle risorse più utilizzate. Però è anche controversa: se ognuno può editare le voci, in che modo gli utilizzatori sanno se Wikipedia è accurata quanto fonti note come l'Encyclopedia Britannica?
Vediamo un po' come si è svolta questa ricerca (approfondimenti in .doc): sono stati scelti alcuni revisori in vari campi scientifici (fisica, matematica, ingegneria, genetica, ...) ritenuti delle autorità nel loro campo e ciascuno ha letto alcune voci (50) sia di Wikipedia sia della Britannica. Alla fine sono rientrate nella redazione di Nature 42 revisioni e i risultati sono stati sorprendenti:
Per quel che riguarda gli errori gravi (interpretazione errata di concetti fondamentali) sono stati trovati 8 errori, 4 per enciclopedia. Sono stati, però, trovati anche molti errori minori, come omissioni o affermazioni ingannevoli: 162 per la Wiki e 123 per la Britannica.
Tom Panelas della Britannica(2) così commentava nell'articolo:
Non abbiamo nulla contro Wikipedia. Ma non è un caso che gli errori si insinuino in maniera occasionale o che un paio di articoli siano scritti poveramente. Ci sono molti articoli in quelle condizioni. Hanno bisogno di un buon editor.
Frieda Brioschi
Facce da Wiki: Frieda Brioschi
Editor che la Wiki, ad esempio quella italiana (ma non solo), ha e già aveva al tempo della ricerca, o attraverso gli amministratori, o attraverso i responsabili dei vari progetti (sono stato, per un paio di anni, punto di riferimento sia per gli articoli di fisica sia per quelli sui fumetti, giusto per fare un esempio, e con me gente come Jacopo Bertolotti): certo non erano riconosciuti come editor, però le funzioni ricoperte erano sostanzialmente le stesse. D'altra parte il lavoro di revisione di Nature sulla Wiki coincideva (o veniva appena prima del) col periodo che definisco della seconda infornata di wikipediani: l'arrivo di utenti preparati e competenti grazie a un'esperienza che loro stessi si stavano costruendo giorno per giorno fuori dalla Wiki, e d'altra parte la Wiki forniva loro anche un'utile esperienza.
In effetti è proprio il continuo mutamento e miglioramento di Wikipedia che rendeva tranquillo Jimmy Wales, e lo sarebbe stato anche con risultati ben peggiori per la sua creatura, tanto che il nostro affermava:
Gli esperti possono aiutare a scrivere le sfumature
La sua idea era (e probabilmente è ancora) che l'editing di una voce da parte di un esperto può migliorare sensibilmente una voce. Era un esplicito invito alla creazione di account da parte dei ricercatori e di chi il mondo della ricerca lo vive, nonostante il fatto che, da un breve sondaggio fatto all'interno della redazione di Nature, solo meno del 10% aveva effettivamente aiutato a migliorare alcune voci sull'enciclopedia libera.
We make the internet not suck
Alcuni aspetti controversi della Wiki, però, emergono nel trafiletto in fondo all'articolo, Challenges of being a Wikipedian (La sfida di essere Wikipediano), che se da una parte racconta la storia di Vaughan Bell, neuropsicologo e wikipediano che non ha mai fatto pesare il suo ruolo di accademico nelle discussioni riguardo le modifiche di una voce, dall'altra narra anche la controversa vicenda in cui è stato coinvolto William Connolley, climatologo, che alla fine è stato bannato per sei mesi, così come i suoi oppositori: è una scelta, questa, che gli amministratori spesso sono costretti a utilizzare, magari giustificandola con motivazioni apparentemente deboli, ma che sono spesso dovute ai toni eccessivamente accesi cui arrivano alcune delle discussioni wikipediane.
Maurizio Codogno
Facce da Wiki: Maurizio Codogno
Nel titolo del mio articolo, però, parlo di una rivoluzione irreversibile. Cerchiamo di capire perché.
Intanto la rivoluzione: la creazione di un sito, che è anche un punto di raccolta di chi ha il sogno di vedere, finalmente, nascere un'enciclopedia seria e autorevole, soprattutto libera dalle influenze politiche e finanziarie dell'esterno. Soprattutto è un luogo di scrittura tecnica collaborativa, dove la revisione delle voci è effettivamente tra pari: se è molto probabile che una prima stesura venga fatta da un appassionato, grazie agli strumenti sviluppati negli anni (e già nel 2005 in fase di diffusione tra tutte le Wiki) gli esperti del campo presenti sulla Wiki andavano abbastanza velocemente (spesso avvisati dagli amministratori) a verificare ed eventualmente migliorare le voci inserite.
L'irreversibilità è dovuta al fatto che Wikipedia è da una parte la summadell'essenza di internet, dall'altra che, grazie alla tecnologia delle wiki, la prima vera tecnologia 2.0 propriamente detta, anche i ricercatori iniziavano a chiedersi se non fosse il caso di iniziare a proporre una wiki di ricerca: era il 2006 e a porsi la questione era Kai Wang in Gene-function wiki would let biologists pool worldwide resources, diretta conseguenza dell'articolo di Giles.
Un po' più tardi un tris di ricercatori australiani, Rick McLean, Brian Richards e Janet Wardman si pongono una interessante domanda: The effect of Web 2.0 on the future of medical practice and education: Darwikinian evolution or folksonomic revolution?
E tra tutti gli ambiti scientifici sembra proprio che la biomedicina sia la più all'avanguardia nella rivoluzione delle wiki: è il 2008, infatti, quando su Molecular Systems Biology usciva Life Sciences and the web: a new era for collaboration: presenta 19 volte la parola wiki, o da sola o dentro Wikipedia, inclusi i riferimenti bibliografici (almeno 4 articoli dedicati all'utilizzo di una wikianche solo per una distribuzione dei dati scientifici).
E lo stesso abstract è, in un certo senso, rivoluzionario:
Il world wide web ha rivoluzionato il modo in cui i ricercatori di varie discipline collaborano a distanza. Questo è tanto più importante nelle scienze della vita, dove l'approccio interdisciplinare sta diventando sempre più potente come guida sia per l'integrazione sia per la scoperta. L'accesso ai dati, la qualità dei dati, l'identità e la provenienza sono tutti ingredienti critici per facilitare e accelerare queste collaborazioni ed è qui che le tecnologie del web semantico promette di avere un profondo impatto. Questo articolo ne esamina la necessità ed esplora i vantaggi della ben nota sfida di questo nuovo strumento dell'informazione in rete come illustrato con esempi dalla comunità biomedica.
In effetti l'approccio al web semantico è quantomeno complesso per il semplice motivo che il motore su cui poggia l'intera rete è basato su una logica usuale, mentre il web semantico si basa su logiche non-classiche, che è difficile rendere grazie a quella usuale. E in effetti la collaborazione corre ancora sulle strade della wiki:
Quasi ogni martedì, un gruppo di scienziati del Wellcome Trust Sanger Institute di Hinxton, GB, si incontra a pranzo per editare pagine di Wikipedia. Ma non c'è alcuna ossessione riguardo le minuzie della carriera di Britney Spears, ma invece stanno costruendo la prossima generazione dei database globali biologici.
Gianluigi Gamba
Facce da Wiki: Gianluigi Gamba
E' l'attacco iniziale di No rest for the bio-wikis di Ewen Callaway. E leggendo cosa scopriamo? Che non solo i ricercatori in questi anni hanno iniziato a scrivere e revisionare le voci della Wiki, ma soprattutto stanno importando quell'esperienza nel loro mondo. Nel gruppo dei ricercatori intervistati da Callaway abbiamo ad esempio Alex Bateman, biologo computazionale del Sanger Institute, che ha collaborato allo sviluppo del database Rfam, e ancora Dan Bolser di Dundee, altro biologo computazionale che, tra gli altri, ha contribuito allo sviluppo di PDBWiki, ed entrambi i progetti sono in grado di prendere informazioni direttamente dalla Wiki ispiratrice.
E c'è, poi, la Gene Wiki, uno dei portali tematici che negli anni della querelle tra Nature e la Britannica stavano sorgendo e che vede il contributo degli stessi ricercatori del campo. E a su tali portali/progetti si sofferma Bateman:
Una delle più grandi sorprese per me in tutto ciò è che le voci che stiamo realizzando provengono tanto dai non-scienziati quanto dagli scienziati
Elitre
Facce da Wiki: Elitre
D'altra parte secondo Alexander Pico del Gladstone Institute of Cardio­vascular Disease di San Francisco in futuro gli scienziati non saranno più necessitati ad andare sulla Wiki per trovare, anche solo per caso, dati necessari per il loro lavoro: è per questo che ha sviluppato la WikiPathways, un progetto che dovrebbe proprio sviluppare al massimo la collaborazione tra ricercatori indipendentemente da Wikipedia, ma usando comunque la sua lezione.
Le wiki citate sia qui, sia quelle citate nell'articolo originale si basano tutte sul software MediaWiki, il motore di Wikipedia, il primo vero software online sociale, prima dell'uscita dei vari Twitter e Facebook. Il futuro sembra, dunque, gettato, e magari non passerà troppo tempo che siti come arXiv diventeranno delle wiki o magari la stessa peer review prevederà una prima fase di revisione pubblica, basata proprio sulla tecnologia delle wiki. E infine, forse, il sogno di una ricerca più collaborativa e meno competitiva nell'accaparramento dei (pochi) fondi, ma non certo meno competitiva nel raggiungimento di nuove scoperte scientifiche non è lontano (già in questo secolo? Lasciatemi sognare!), e la strada l'ha dettata il progetto più genuinamente pubblico mai realizzato: Wikipedia

Wikipedia 10
Il logo del decennale
(1) Allo stato attuale la wiki inglese conta qualcosa di più dei 3 milioni e mezzo di voci, mentre quella italiana conta 760000 e più voci.
(2) Ovviamente la Britannica non è stata a guardare e ha replicato all'articolo, in particolare all'insinuazione della presenza di errori nelle sue voci. E ovviamente Nature ha controreplicato, direi giustamente e correttamente.

P.S.: i festeggiamenti della Wiki. Il mio omonimo in Gamba segnala Wikipedia 10 e 10 anni di sapere. Ne parla poi Maurizio .mau. Codogno. Elitre, poi, mia conterranea, raddoppia, sia sul suo blog, sia sul suo tumblr. Frieda, invece, è impegnatissima per la festa del 15, cui purtroppo potrò partecipare solo in spirito, visto che ho un'altra festa, un po' più piccola, ma comunque importante.

P.P.S.: Jim Giles, se non ricordo male, è un biologo...
Giles, J. (2005). Internet encyclopaedias go head to head Nature, 438 (7070), 900-901 DOI:10.1038/438900a
Callaway, E. (2010). No rest for the bio-wikis Nature, 468 (7322), 359-360 DOI:10.1038/468359a

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