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mercoledì 25 novembre 2009

La dialettica tra scienza e fede

Ho apportato poche modifiche rispetto al post originale (archive.org) di cui quelle più importanti sulla qualità delle foto scattate all'epoca.
A questo, di fatto, si è ridotto l'incontro di ieri alla Feltrinelli per la presentazione di Hai vinto, Galileo di Piergiorgio Odifreddi, che era passato dalla Feltrinelli in primavera, accompanato da Dario Fo, per presentare In principio era Darwin.
Questa volta, in occasione del 150.nario della pubblicazione de L'origine della specie, si fa accompagnare da Vito Mancuso, amico del logico e soprattutto rappresentante dell'altra campana, quella dei credenti. In effetti Odifreddi e Mancuso fanno due lunghi interventi ciascuno, calamitando l'attenzione del pubblico per un paio d'ore, ma sottraendo il tempo per le domande conclusive e sfidando uno le ragioni dell'altro quasi con l'intenzione di voler risolvere l'annosa disputa fede-scienza.
Il punto di partenza è ovviamente Galileo Galilei e il suo processo, nel quale espresse la famosa abiura delle sue convinzioni scientifiche. Questa abiura, in un certo senso, Odifreddi non la perdona allo scienziato pisano, poiché con questo attegiamento servile e tipicamente italiano crea i presupposti per i compromessi che verranno fatti con la Chiesa Cattolica nei secoli successivi. In effetti è chiara la posizione di Odifreddi, contrario al cattolicesimo e alla sua istituzione massima, facendo anche un evidente distinguo tra essere cattolici ed essere cristiani: sottolinea come ci si possa ancora chiamare cristiani se non si segue un qualunque dogma della Chiesa, ma non si è certo cattolici. Inoltre la disputa tra scienza e fede è piuttosto una disputa tra scienza e religione, poiché la fede degli scienziati credenti (e anche di quelli non credenti) è rivolta verso l'esistenza di un non meglio specificato ordine, una sorta di nuova versione del Dio di Spinoza, e quindi avere fede ed essere uno scienziato non è incompatibile, ma aderire a una religione, soprattutto a una dogmatica e assolutistica nella lettura delle sue sacre scritture come quella cattolica, è in pratica incompatibile, poiché in contrasto con il metodo scientifico. In questo senso Odifreddi si dice d'accordo con Mancuso, che chiede alla sua religione di assimilare in se le idee e il metodo scientifico, in modo da non chiudersi di fronte alle scoperte scientifiche, anche quando queste rendono obsolete le posizioni dogmatiche della religione.
In conclusione una discussione interessante, tra due amici piuttosto che tra due avversari, che sembrano discutere quasi nel salotto di casa piuttosto che di fronte a un pubblico numeroso: appassionate e sentite erano le parole di Mancuso, ma assolutamente razionali e tranquille quelle di Odifreddi. E nel discorso spunta anche la figura di Einstein, utilizzata ora da Mancuso per difendere e rinforzare la sua posizione, ora dal logico piemontese per fare altrettanto.
E del libro? A parte qualche battuta iniziale, viene un po' perso nel filo del discorso, ma è indubbio che la figura e la presenza di Galileo continua a restare nell'aria anche quando non viene nominato direttamente.
Una discussione, comunque, che spero possa anche continuare nei commenti a questo piccolo e misero resoconto.
P.S.: vorrei concludere con una piccola nota polemica. Per come è andato questo 2009 letterario e scientifico di Odifreddi, possiamo concludere che, come altri scienziati, abbia cavalcato l'onda di Darwin e Galileo con due libri ad hoc, In principio era Darwin e questo Hai vinto, Galileo (e con questo secondo il logico piemontese cerca di sfruttare anche il nome di un grosso editore, la Mondadori). Il suo interesse per divulgare non solo la scienza, ma anche la sua posizione contro la Chiesa cattolica, gli ha però fatto dimenticare i 150 anni dell'Ipotesi di Riemann: probabilmente con questa non poteva portare avanti con la stessa efficacia le sue posizioni politiche, nonostante approfondire questo aspetto della matematica poteva essere interessante quanto evoluzione e astronomia, viste le connessioni multidisciplinari che stanno nascendo grazie ai tentativi di dimostrare l'Ipotesi. E spero che il professore di logica non se la prenda troppo per questa piccola puntualizzazione: in fondo siamo tutti scienziati!

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